Il susseguirsi delle stagioni rispecchia e influenza il ciclo dell’energia femminile: abbiamo tradotto per voi un articolo dalla rivista The Green Parent per capire e approfondire il profondo legame tra natura e femminilità. Adeola, scrittrice, poetessa e mamma, ci parla della sua esperienza personale e ci guida tra le stagioni e i cicli naturali, sia all’interno che all’esterno del nostro corpo.
Il susseguirsi delle stagioni
I piedi che si muovono tra le foglie secche e la brezza fresca che mi scompiglia i capelli. Sono queste le sensazioni che mi accolgono quando mi appoggio al pannello di legno della mia porta sul retro, respirando l’aria pulita. Mentre faccio una pausa nella mia giornata, guardo oltre le cime degli alberi e noto il cambiamento della luce: il sole ha già iniziato la sua discesa. Provo un senso di sollievo nell’accorgermi che questo lungo pomeriggio sta per finire.
Amo l’estate. Attendo con ansia le lunghe giornate in cui posso esporre la mia pelle al bacio del sole caldo e alla carezza delle acque selvagge. Ma così come la stagione passa e lascia spazio a quella successiva, anche i miei stati d’animo e le mie esigenze cambiano. Dopo le giornate calde, estroverse e giocose, l’autunno arriva come il tranquillo permesso di ritirarsi ancora, come se le ombre che si allungano mi stessero richiamando in casa.
Il flusso della nostra vita
Al di sotto della frenesia superficiale della vita quotidiana c’è un flusso chiaro, un ciclo che attraversiamo anno dopo anno. Anche noi, nella nostra vita, seguiamo questa danza ciclica delle stagioni: da neonati vulnerabili, esitanti e aggrappati alla forza dei nostri genitori, a giovani energici, che si affrettano a riempire gli spazi, crescendo così velocemente che il mondo intorno a noi riesce a malapena a tenere il passo. Poi si passa alla fertile e abbondante mezza età della vita, in cui le membra sottili e sgraziante cambiano forma, diventando più solide e sicure del loro posto. Il tempo scorre, alla fioritura seguono gli anni della nostra piena vitalità in cui raccogliamo tutto ciò che abbiamo seminato nella nostra vita, prima di entrare negli ultimi anni con la loro crescente immobilità fisica e uno stile di vita più tranquillo, mentre ci dirigiamo ancora una volta verso l’interno.
Osservo questa danza che si svolge davanti ai miei occhi, sul confine tra la mia vita scrupolosamente pianificata e la natura selvaggia, e mi chiedo se i miei figli ne siano consapevoli quanto me. Vicino a casa mia c’è un campo dove ci piace camminare. Questa settimana il terreno sarà morbido, costellato di pozzanghere, e i nostri scarponi faranno rumore mentre ci faremo strada tra le foglie secche. Cammineremo lentamente, godendoci la luce autunnale e il bagliore dorato che emana, chiedendoci quanto tempo passerà prima di dover aggiungere i cappotti ai maglioni che già indossiamo.
Troppo presto la terra si indurirà per il freddo e, mentre le pozzanghere rimarranno, al mattino i nostri stivali faranno scricchiolare il sottile strato di ghiaccio che le ricopre.
Proprio quando ci sembrerà che il freddo e il buio siano destinati a durare per sempre, appariranno i primi germogli, un bucaneve sul sentiero, e non dovremo più sforzarci tanto per uscire. L’aria sarà ancora fredda, ma non morderà più le guance e il vento si calmerà abbastanza da permetterci di alzare il viso per vedere i germogli dei rami sopra le nostre teste. Ma poi la pioggia scrosciante ci sorprenderà, e correremo di nuovo a casa, ridendo.
Infine, i piedi nudi sull’erba, le braccia scoperte alla luce del sole e un telo a terra. Le nostre passeggiate si trasformeranno in picnic, mentre i minuti diventeranno ore. E poi arriverà il giorno in cui interromperemo la nostra conversazione sorpresi dal fatto che il sole stia tramontando così presto. Le maniche lunghe sostituiranno quelle corte e riempiremo le borracce di cioccolata calda invece che di acqua ghiacciata.
Dare spazio alla consapevolezza
Il modo in cui ci muoviamo e viviamo cambia a seconda delle stagioni. Ogni giorno è in parte diverso, i nostri comportamenti subiscono leggere modifiche mentre ci muoviamo insieme e accanto ai cicli esterni, così facili da riconoscere. Quando ci muoviamo troppo velocemente, il tempo ha il suo modo di ricondurci alla consapevolezza, costringendoci a prendere atto del suo scorrere, riducendo il nostro distacco e ricordandoci il nostro posto.
Questo moto perpetuo fa eco al viaggio energetico interiore che percorriamo ogni mese, eppure i nostri cicli interni sono spesso ignorati sia da noi sia dal mondo in cui viviamo, anche se sono altrettanto presenti, cambiano in modo fluido e influenzano ogni aspetto della nostra vita. La stagione in cui ci troviamo influenza il modo in cui comunichiamo e lavoriamo, il modo in cui ci sentiamo fisicamente e le nostre capacità, il modo in cui sperimentiamo e rispondiamo ai comportamenti di chi ci circonda.
Senza alcun dubbio, un meccanismo che ha un impatto così profondo dovrebbe essere rispettato, trattato con riguardo e, oserei dire, goduto, tanto quanto i cicli della terra.
Autunno interiore: viaggiare verso l’interno
Che sia mestruale o lunare, le donne di tutto il mondo riconoscono le sfide della fase che precede il ciclo, la parte che riecheggia gli umori autunnali della terra. Proprio come le ombre si allungano sulla terra e i raggi del sole perdono il loro calore, il nostro mondo interiore riflette questo calo di energia mentre iniziamo il nostro ritiro dal mondo esterno.
È il momento del mio ciclo in cui desidero camminare da sola nei boschi e sentire il piacevole scrocchiare dei ramoscelli sotto gli stivali. È il momento in cui le risate e gli sciocchi battibecchi dei miei figli hanno un suono più aspro e diventano quasi un’irritante distrazione che sovrasta i miei pensieri.
Durante la fase premestruale del nostro ciclo, il nostro autunno interiore femminile, ci capita troppo spesso di provare rabbia e frustrazione. Quello che all’esterno sembra uno sbalzo d’umore è, in realtà, l’improvviso sfogo di tutto ciò che abbiamo represso durante il resto del mese. Proprio come i venti turbinano e soffiano intorno agli alberi, strappando via foglie e rami che stanno prosciugando l’energia dell’albero, il nostro respiro si spinge verso l’esterno, in un sospiro o in un ruggito, mentre lasciamo andare l’idea di essere la brava ragazza che offre ombra e nutrimento a tutti. Improvvisamente, sappiamo intrinsecamente che è il momento di esprimere il nostro bisogno di essere viste, ascoltate e valorizzate per tutto ciò che facciamo.
I falò d’autunno riflettono i fuochi che le donne hanno dentro di sé in questo periodo del loro ciclo. Raccogliamo il legno vecchio e rotto e nell’atto di scartarlo onoriamo il passato ma lo liberiamo, trasformandolo in un calore che ci spinge in avanti. Creiamo un fuoco che ha la capacità di nutrire e confortare, ma anche di bruciare il mondo intero se va fuori controllo. Il fattore decisivo tra le due scelte è quanto ci prendiamo cura e ascoltiamo questo suono.
Inverno interiore: meditazione vivente
Pochi giorni dopo questa liberazione emotiva, il ciclo continua e si passa al rilascio delle mestruazioni per chi ha un ciclo fisico, e a un momento di abbandono all’oscurità dell’inverno interiore femminile.
Proprio come nei momenti che precedono il sonno, in questa fase i margini della nostra visione e i nostri pensieri diventano nebulosi e fuori fuoco, proprio come le parole che ci sfuggono o il titolo di un libro che non riusciamo a ricordare.
È il momento del ciclo in cui le mie cosce si fanno pesanti e i miei passi rallentano. Non riesco a trovare il desiderio di occuparmi dei piccoli dettagli della vita che solo ieri mi consumavano; invece, i melodrammi della vita diventano muti e, se mi prendo il tempo, la mia stessa esistenza diventa una meditazione vivente.
Per questa settimana, i nostri corpi ci invitano ad andare in letargo e a rispecchiare il mondo naturale nei mesi invernali. Conserviamo le nostre energie e sentiamo meno il desiderio di dare spettacolo e di soddisfare le richieste del mondo che ci circonda. L’unica attenzione che desideriamo è la nostra, e il lavoro di vivere non riguarda più gli altri, ma, per un breve e dolce momento, solo noi stesse.
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Primavera interiore: l’emozione dell’alba
Poi, se il riposo è stato sufficiente, quando i primi raggi di luce calpiranno le nostre palpebre chiuse non ci lamenteremo e non cercheremo un posto dove nasconderci dall’alba che si avvicina, ma ci sentiremo fremere dall’eccitazione. L’oscurità e la sicurezza del nostro giaciglio nelle profondità del suolo si trasformano nel bisogno di raggiungere l’aria fresca e luminosa fuori dalla tana, e le idee, come germogli di una nuova crescita, cominciano a emergere.
Mi troverete indaffarata in cucina, mentre canto canzoni anni ’90 a tutto volume.
In questa fase, un sorriso si posa sulle mie labbra e sento che tutto è possibile. La mia mente è piena, un’accozzaglia di pensieri e progetti che si trasformano in un turbine, e faccio del mio meglio per catturarli e scriverli. Sono abituata a questa breve danza con le muse della vita, so che non riuscirò a catturare tutto, ma so anche che questa sensazione, questa vivacità, è la cosa vera che voglio conservare. Passiamo dalla magia dell’intuizione e dell’istinto alle meraviglie del multitasking. Anche se questa fase ci dona le risorse che ci permettono di soddisfare tutte le richieste che ci vengono poste ogni giorno, dopo l’esaurimento della frenesia dell’inizio, i nostri pensieri cominciano a rallentare, la nostra attenzione si rivolge alle persone che ci circondano.
Estate interiore: convivialità
Ci pervade il desiderio di stare con le persone che amiamo, di parlare e ridere, di mangiare del buon cibo, di mettere da parte il lavoro e di godere del calore dell’incontro. I nostri cuori traboccano e ci sentiamo chiamati a nutrire e a prenderci cura di chi ci circonda.
Quando la nostra empatia e la nostra compassione aumentano, ci scopriamo capaci di ascoltare e di parlare, di creare nuove relazioni e di curare quelle esistenti.
In questa settimana ovulatoria mi sento languida e amorevole. Voglio toccare ed essere toccata sia fisicamente che emotivamente. I miei piedi sfiorano l’erba e mettono radici, assorbendo la solidità della terra. Come una donna incinta che si sente profondamente connessa alla vita dentro di sé e aperta alla vita intorno a sé, la mia consapevolezza si riversa all’esterno e cerco di aiutare e sostenere le persone intorno a me. È un periodo di attenzione verso il prossimo, ma un periodo in cui ho imparato che dire sì agli altri deve essere bilanciato dal dire sì a me stessa.
I cicli di un singolo giorno
Tutta questa consapevolezza mi attraversa mentre la brezza mi scompiglia i capelli e stringo le pieghe del cardigan intorno al corpo. Il sole è quasi scomparso e so che il mio breve momento per me stessa sta per finire. Con l’arrivo della notte mi rendo conto che possiamo ridurre il ciclo al suo cerchio più piccolo, quello di un singolo giorno.
L’alba e il primo mattino portano con sé tutta l’energia della primavera e la speranza di un nuovo inizio, un momento di concentrazione e di impegno, un momento di lavoro. Il pranzo di mezzogiorno, condiviso con conversazioni, legami e risate, prima della fretta delle ore del crepuscolo per concludere un giorno e prepararsi per il successivo. Prima che il silenzio del mondo esterno si plachi ancora una volta, che la casa torni a essere silenziosa e che si esali profondamente.
Ma cosa fa sì che ci sia un flusso di lavoro fluido piuttosto che un senso di lotta contro il corpo e le naturali energie femminili che influenzano gran parte della nostra esperienza quotidiana?
Mentre le stelle brillano, mi rendo conto che la chiave è la notte. Non c’è alcun accenno di stanchezza dopo una buona notte di sonno, ma solo la voglia di alzarsi e uscire per affrontare il giorno. Senza quel riposo, però, non c’è una riserva di energie a cui attingere e, invece di iniziare quella che dovrebbe essere la nostra primavera, ci ritroviamo bloccati nel profondo dell’inverno, con i venti freddi che soffiano ancora mentre stringiamo le coperte intorno al nostro corpo, non volendo uscire dal nostro bozzolo.
Ogni parte del giorno, ogni fase del ciclo, ogni giro della ruota della Terra attraverso le sue stagioni, ci offre l’opportunità di ascoltare il nostro corpo e il nostro cuore.
Ogni stagione ha un inevitabile impatto su quella successiva e possiamo rimanere facilmente intrappolati in una spirale negativa piuttosto che in un ciclo autosufficiente. Con un po’ di attenzione ci viene mostrato che, nella sua essenza, il modo in cui viviamo i cicli dell’energia femminile nella nostra vita è profondamente legato al modo in cui impariamo a riposare.
Le donne esistono in cerchio. Il cerchio familiare che costruiamo e alimentiamo intorno a noi, il cerchio degli amici che sosteniamo e a cui ci appoggiamo, e il cerchio più ampio della comunità con cui lavoriamo e camminiamo nella nostra vita quotidiana. Ma viviamo un modello circolare anche con le nostre energie, i nostri stati d’animo e le nostre emozioni.
Mentre sono qui davanti alla porta di casa, con la luce ormai lontana e una coltre di stelle sopra di me, so che la luna mi saluterà presto. Desidero il crepitio del fuoco e una bevanda calda tra le mani, così chiudo la porta sulla fresca aria notturna e mi ritiro per riposare.
Dalla rivista The Green Parent
Traduzione di Sabrina Di Buono
Revisione di Paola Tinto