Spesso si dà tanta importanza al quoziente intellettivo (un numero statico di intelligenza logica e razionale, risultato di un test standardizzato) e ci si dimentica invece dell’esistenza di un altro tipo di intelligenza: l’intelligenza empatica. In questo articolo Giuditta Mastrototaro, pedagogista ed esperta nelle relazioni educative, spiega di cosa si tratta e propone 5 strategie per svilupparla.
L’empatia è intelligente
L’empatia è intelligente perché è un prezioso strumento che ci rende in grado di gestire le emozioni; al contrario, la mancanza di empatia ci fa vivere in balia di queste e ci depotenzia. L’intelligenza empatica è una competenza che si può sviluppare durante tutto l’arco della vita: si nasce con l’empatia e la cosa che possiamo fare per noi e i nostri figli è non lasciare che questa luce si spenga o venga inibita. Rappresenta una via di pace con noi stessi e le nostre emozioni e, di conseguenza, ci guida a prendere decisioni sagge, a intuire i sentimenti degli altri e a fare scelte relazionali intelligenti.
Ecco 5 strategie per aiutare a far crescere e sviluppare in tutti noi, grandi e piccini, l’intelligenza empatica.
Restare consapevoli dei pensieri
L’empatia consente di vedere attraverso nuove prospettive e di attribuire diversi significati alla stessa esperienza, senza giudicare e liberandoci dei pregiudizi. Essere consapevoli dei propri pensieri aiuta a collegare gli agiti con le emozioni che generano. Se per gli adulti questo passaggio avviene in maniera più conscia, i bambini hanno spesso bisogno di aiuto per interpretare la frustrazione, la rabbia o la tristezza che provano o per saperle leggere negli altri.
Ritrovare la pace
Una forma di intelligenza mentale è non rimuginare sul passato, in modo da evitare di dare guidizi su di noi o sui nostri figli. Quando ci sentiamo sopraffatti da pensieri ed emozioni negative è importante ritrovare la pace. A volte è utile uscire, camminare in mezzo alla natura, leggere qualcosa insieme, giocare…
Il benessere fisico e quello emotivo sono correlati
Come genitori, quando ci sentiamo innervositi o stanchi, prima di reagire assicuriamoci che i bisogni primari siano stati soddisfatti. Voi e il vostro bambino avete mangiato, bevuto e dormito a sufficienza oggi? Siete riusciti a fare del movimento? Un bambino affamato o un genitore che non ha dormito abbastanza non riesce a restare calmo facilmente. L’intelligenza è distribuita in tutto il corpo: se non pensiamo innanzitutto ai nostri bisogni primari, sarà difficile rimanere lucidi.
La forza del legame
Il pronto soccorso emozionale nelle situazioni di crisi con i bambini
Un prontuario per genitori, psicoterapeuti e professionisti della salute del periodo perinatale per conoscere e gestire i momenti di crisi del bambino.
C’è sempre uno spazio tra l’emozione e la reazione
Si dice che prima di reagire bisognerebbe contare fino a 10, ma a volte non basta. Nei momenti più critici della giornata, in cui state per perdere le staffe o le avete già perse, non alimentate i pensieri che tengono vive le emozioni negative: fermatevi, concedetevi del tempo per pensarci in un altro momento, quando voi e il vostro bambino sarete più sereni. Non dovete avere paura di scusarvi se avete avuto una reazione di cui siete dispiaciuti. È così che insegniamo ai nostri figli a essere umani e imperfetti.
Cambiare linguaggio
Un bambino esposto a un linguaggio depotenziante, come «Non sei capace, lascia fare a me», «Sei troppo sensibile», «Non mangi niente», «Non ubbidisci mai», rischia di sviluppare una bassa fiducia nelle proprie abilità, di non voler accettare nuove sfide e di cristallizzarsi in un certo comportamento. Più i bambini ascoltano frasi del genere, più si sentiranno giudicati. Il linguaggio che usiamo è molto potente: è quindi importante abbandonare un linguaggio focalizzato sui limiti del bambino e adottarne uno capace di valorizzare le sue potenzialità. Più riusciamo a cambiare il modo in cui vediamo i bambini, più anche loro si vedranno diversamente.
L’intelligenza appassisce con la critica. Fiorisce, invece, con l’empatia.
di Giuditta Mastrototaro, pedagogista ed esperta nelle relazioni educative, curatrice del sito Pedagogia basata sull’empatia.
Bibliografia
A. Bilbao, Il cervello del bambino spiegato ai genitori, Salani Editore, Firenze, 2017
T. Gordon, Né con le buone né con le cattive, La meridiana, Molfetta (BA), 2001
D. Goleman, Intelligenza emotiva. Cos’è e perché può renderci felici, Bur, Milano, 1997
G. Mastrototaro, Nascere e crescere alla luce dell’educazione empatica, StreetLib, Milano, 2015
M. B. Rosenberg, Comunicazione empatica, Edizioni Esserci, Reggio Emilia, 2011