(parte 1)
Nonostante la sua apparente semplicità, la “pace” come concetto quotidiano può essere difficile da afferrare, e la sua applicazione per una “genitorialità pacifica” ancora di più. Le associazioni con la tranquillità e il benessere, pur essendo del tutto valide, rischiano di ridurre la pace a qualcosa di passivo.
La pace deve essere una pratica attiva, un modo consapevole di interagire con il mondo, che richiede consapevolezza, ponderazione e forza d’animo. Richiede che io guardi le cose dal punto di vista degli altri e che sia aperto al cambiamento. Richiede che io mi impegni, anziché evitare, il conflitto.
Dopo tutto, le persone non siamo tutti uguali, né sempre d’accordo e il conflitto è un aspetto naturale e inevitabile dell’interazione umana. E come chiunque sia entrato in conflitto con uno spirito di amore e cooperazione sa, il processo di risoluzione di un conflitto che non ricorra alla violenza, alla coercizione o alla forza può essere enormemente rafforzativo e benefico per entrambe le parti.
Come genitore, lo sforzo per la pace deve essere duplice: in primo luogo, si cerca la “pace di tutti i giorni” – una vita domestica serena e un senso di sicurezza e libertà personale; in secondo luogo, ci si deve sfrozare di praticare per se stessi e di far nascere nei propri figli modi pacifici – o nonviolenti – di interagire con il mondo. Nella sua forma più semplice, la nonviolenza può essere caratterizzata come la pratica di promuovere la comprensione tra coloro che sono diversi da voi, opponendosi all’ingiustizia e cercando soluzioni amorevoli. A un livello molto elementare, praticare la nonviolenza e aiutare i bambini a interagire in modo nonviolento significa coltivare l’empatia, la compassione e la connessione.
Alcuni strumenti possono essere molto utili all’interno di questo precesso di crescita pacifica.
1. Connessione
Secondo il Peaceful Parenting Institute, la connessione che instaurano i bambini con le persone che li circondano è il fattore che più contribuisce sul loro comportamento presente e futuro, dunque assicurarsi che i nostri figli si sentano amati e apprezzati è il primo punto di partenza per portare la pace nella nostra vita.
Ma i bambini hanno bisogno di molte attenzioni e, poiché la maggior parte di noi vive una vita molto impegnata, non possiamo sempre dare ai nostri figli l’amore e il tempo di cui hanno bisogno – e oserei dire che tutti abbiamo sperimentato gli scoppi emotivi che si verificano quando questo bisogno fondamentale non viene soddisfatto.
Uno strumento che ho trovato particolarmente utile a questo proposito è il “tempo speciale”, che consiste nel concordare insieme del tempo da dedicare interamente al rapporto a tu per tu con il bambino. L’associazione Hand in Hand Parenting consiglia di impostare un timer per un periodo di tempo concordato (anche solo 15 minuti al giorno per bambino possono fare la differenza) in cui riversare semplicemente il vostro amore su vostro figlio e gioire di qualsiasi cosa faccia.
Niente biancheria da stendere, niente pentole sui fornelli e via le suonerie dai telefoni. Questo è il momento di stare con il vostro bambino o la vostra bambina, di discutere desideri e scelte in maniera costruttiva, di stare a sentire i suoi sogni e le sue fatiche. È il momento di raccogliere tutto l’entusiasmo, la pazienza e la flessibilità che vorreste mostrare nelle altre ventitré ore e tre quarti della giornata, ma che (umanamente) non sempre avete.
2. Riconoscimento
Ognuno di noi, sia adulto che bambino, necessita di riconoscimento e apprezzamento. La semplice pratica di riconoscere e onorare i sentimenti di un bambino può aiutare lui – e noi genitori – a sviluppare l’empatia. Essa è essenziale per coltivare la compassione, la comprensione e il rispetto per gli altri, elementi a loro volta fondamentali per mantenere la pace.
Aiutando il bambino a entrare in contatto con i propri sentimenti e a esprimerli, possiamo iniziare a creare una cultura di apertura e comprensione in casa. Spesso, però, nel tentativo di proteggere i figli dal dolore e dallo strazio di sentimenti apparentemente negativi, ci si affida a tecniche di distrazione.
Per aiutarmi a sostenere meglio l’alfabetizzazione emotiva di mio figlio, ho fatto ricorso a un noto strumento di comunicazione nonviolenta, chiamato sportcasting o cronaca sportiva, che consiste nell’affermare in termini semplici e non giudicanti ciò che sto osservando, cioè i fatti della situazione e i sentimenti che sembra aver generato. Ad esempio, “Sam ha preso il giocattolo che volevi e tu sembri infastidito. È così?”.
Ma la cronaca sportiva non deve necessariamente limitarsi ai sentimenti di vostro figlio o vostra figlia: un esercizio utile è spiegargli in questo modo anche le vostre emozioni o quelle di altre persone che vi circondando, esercitandolo così ad un atteggiamento perpetuo di analisi e verbalizzazione delle emozioni. Ad esempio, “La commessa è stata un po’ sbrigativa con noi. Pensi che abbia avuto una brutta giornata?”. E “Secondo te, cosa può essere successo per farle passare una brutta giornata o per renderla brusca?”.
Attirare l’attenzione sui sentimenti in questo modo e incoraggiare la considerazione di ciò che potrebbe accadere ad altre persone, può aiutare i nostri figli a entrare in contatto con il senso di ingiustiziae e può aprire la strada ad approcci più maturi per affrontare i conflitti, in un’ottica di educazione affettiva ed emozionale.
3. Fiducia e autonomia
Gli approcci che ci portano a riconoscere i sentimenti dei nostri figli – e soprattutto a rispondere a questi piuttosto che al comportamento esibito – richiedono un certo grado di fiducia nei confronti dei nostri figli. Dobbiamo, secondo le parole dell’autore di Amarli senza se e senza ma, Alfie Kohn, “attribuire ai bambini il miglior motivo possibile, coerente con i fatti”.
Ma l’idea che dobbiamo fidarci del fatto che un bambino agisca in base alle sue esigenze è in contrasto con tutte le credenze tradizionali e talvolta anche con il modo in cui noi stessi siamo stati educati. E a dire il vero, senza cercare il sentimento che sta alla base del comportamento, è facile pensare che un bambino sia semplicemente difficil, capriccioso o manipolativo. Certo che va tenuta da conto la stanchezza fisica, emotiva o mentale dei nostri figli, che può esagerare le loro reazioni, ma non per questo vanno liquidate con spiegazioni facili. Per portare pace nella nostra vita familiare e sviluppare empatia e compassione nelle nostre relazioni, la fiducia è una componente importante.
Un modo per costruire la fiducia nelle nostre relazioni familiari è quello di adottare un approccio democratico e di risoluzione reciproca dei problemi nell’ambito della genitorialità. Chiedere l’aiuto o l’opinione di un bambino è un ottimo modo per farlo sentire apprezzato e dimostrare che non si hanno tutte le risposte fa capire al bambino che è normale non sapere tutto. Spiegargli la ragione di alcune decisioni, o l’impossibilità nel realizzare le soluzioni, è necessario per sviluppare la sua concezione del rapporto causa-effetto e la sua capacità di processare la frustrazione. Inoltre, pone l’accento sul processo di elaborazione delle cose, piuttosto che sul risultato finale, e può eliminare la tendenza alle lotte di potere, introducendo un po’ di uguaglianza nel rapporto genitori-figli.
I bambini hanno un bisogno innato di sentirsi apprezzati, compresi, potenti e amati e quando questi bisogni sono soddisfatti, c’è meno bisogno di “comportarsi male”.
Accanto alla fiducia c’è il rispetto per l’autonomia personale del bambino, che ancora una volta non è una nozione popolare tra coloro che sostengono un approccio dall’alto verso il basso, “il rispetto deve essere guadagnato”. Ma per me, rispettare l’autonomia di mio figlio ascoltando le sue richieste, offrendogli il maggior numero possibile di opportunità di scegliere da solo, rispettando i suoi “no” (in particolare quando si tratta del suo corpo) e coinvolgendolo nelle attività di routine, è il modo migliore per sviluppare la sua autonomia e per mostrargli come si presenta in pratica un’interazione rispettosa.
Continua…
Traduzione ampliata da The Green Parent