Un recente studio pubblicato sulla rivista National Proceedings of the National Academy of Sciences condotto dal Prof. Lionetti dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze in collaborazione con i microbiologi molecolari Carlotta de Filippo e Duccio Cavalieri (1) ha infatti messo a confronto la flora batterica intestinale di un gruppo di bambini fiorentini la cui dieta è quella standard occidentale, ricca di proteine e zuccheri, con quella di un gruppo di bambini del Burkina Faso la cui dieta è a base di miglio macinato, piccoli fagioli, verdure e cereali coltivati nel villaggio.
La flora intestinale dei bambini del Burkina Faso è risultata essere molto più ricca ed eterogenea, in particolare è risultata una presenza superiore di acidi grassi dalla catena corta, almeno tre volte di più di quelli riscontrati nelle feci dei bimbi italiani. Questi acidi sono determinanti per il metabolismo delle cellule del colon nella lotta contro agenti patogeni come la salmonella, e sono prodotti da un tipo particolare di batteri della nostra flora intestinale.
Ricordiamo che più è variata la composizione batterica nel nostro intestino e maggiore è la resistenza agli agenti patogeni. Inoltre, una maggiore varietà stimola il sistema immunitario a non rispondere a molecole innocue, favorendo lo sviluppo di patologie infiammatorie autoimmuni, che nei Paesi occidentali sono in netto aumento.
È importante, di fronte a questi studi, non cadere nel “mito del buon selvaggio”, il Burkina Faso è uno dei Paesi più poveri al mondo e molti bambini muoiono a causa della malnutrizione e della scarsità di acqua, di malattie infettive come la malaria. Questo studio ci aiuta però a capire non solo come funziona la nostra flora intestinale e il sistema immunitario ma anche che quando si parla di un “bambino sano” i nostri parametri non sono tra i migliori, e in confronto un bambino sano del Burkina Faso è notevolmente più sano!
Un’altra perla, secondo me molto interessante, di questo studio è che l’unico punto in cui le flore intestinali dei due gruppi di bambini si assomigliano è quello di bambini italiani e del Burkina che già mangiano altri cibi ma continuano a prendere il latte materno… un po’ la conferma che l’allattamento prolungato ha vantaggi tangibili che non si esauriscono certo allo scadere dei primi sei mesi di vita.
Studi come questo, a mio avviso, dovrebbero procedere ed essere approfonditi perché la flora intestinale è veramente una risorsa da scoprire alla base della nostra salute, ed è sensibile a tante cose che ci accadono dalla nascita, all’allattamento, all’alimentazione, allo stress. La consapevolezza e il rispetto di questi fattori aumenterebbe enormemente il nostro potenziale di salute.
Ornella Piccini
Note:
(1) De Filippo, Cavalieri, Di Paola, Ramazzotti, Poullet, Massart, Collini, Pieraccini et Lionetti. “Impact of diet in shaping gut microbiota revealed by a comparative study in children from Europe and rural Africa” PNAS, 2 August 2010
andrea di chiara
salve a tutti, sono l”odontoiatra “casualmente” autore degli articoli presenti nella rubrica “A bocca aperta” su questo sito. colgo l”occasione per sottolineare ancora una volta come la qualità della digestione e quindi, in tutto o in parte, dell”alimentazione, possa realmente fare la differenza nella salute dei bambini, soprattutto quelli più piccoli. se da una parte è noto da millenni, presso le medicine tradizionali orientali, il fatto che tutte o quasi le malattie pediatriche sono causate direttamente o fortemente aggravate da un”alimentazione non adeguata alle caratteristiche e alle reali necessità del bambino piccolo, dall”altra è un fatto che a tutt”oggi gli operatori del settore sanitario ( pediatri, allergologi, otorino, dentisti per bambini ) sono per lo più all”oscuro a) dei giusti alimenti e dei tempi di svezzamento fisiologici, b) delle conseguenze che queste ignoranze hanno sulla qualità di digestione e respirazione del bimbo che cresce. per chi fosse interessato ad approfondire consiglio la sezione “la qualità dell”alimentazione” nel contenitore Approfondimenti del sito http://www.aipro.info . non posso però trascurare di ricordare che digestione non è solo digerire qualcosa di materiale come il cibo; si “digeriscono” anche le esperienze di vita, e questo produce emozioni. le esperienze di vita del bambino di oggi sono ahimè troppo ricche di emozioni quali paura della solitudine ( perchè i genitori non ci sono ) o senso di colpa ( perchè quando si muovono troppo ci stressano e allora li facciamo stare fermi con le lusinghe o le minacce…) mediatate gente!!
a presto e in bocca al lupo a tutti
Nefeli
Questa frase mi sembra contradditoria: “una maggiore varietà stimola il sistema immunitario a non rispondere a molecole innocue, favorendo lo sviluppo di patologie infiammatorie autoimmuni”. Forse è una svista? O non ho capito io? Grazie!
alessandra
Salve, sono la mamma di una bambina di 2 anni. Viola è stata allattata al seno fino a 21 mesi,abbiamo iniziato lo svezzamento a 6 mesi e mezzo senza proteine animali, ha iniziato con i cereali (avena) e poi abbiamo inserito la carne a 8 mesi insomma abbiamo seguito le indicazioni del nostro omeopata e ci siamo molto documentati su un approccio più naturale possibile allo svezzamento.Viola soffre da circa 10 mesi di diarrea, ogni volta che prende un’influenza la sua pancia ne risente, le sue feci non sono quasi mai asciutte, abbiamo fatto analisi di ogni tipo, siamo state ricoverate per gastroenterite acuta la scorsa estate. Siccome la sua dissenteria è stata accompagnata per vari mesi anche da forte vomito abbiamo fatto tutte le indagini del caso e il risultato è che Viola è sana, sta bene a detta della sua pediatra della quale ci fidiamo molto ma comunque è a dieta perenne:niente latticini, niente carne rossa, niente uova. Non risulta allergica a nulla, ci dicono che potrebbe essere una cosa emotiva…insomma dateci un consiglio. Considerate anche che non vuole più saperne di cereali…help!