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Gravidanza e parto medicalizzati. Riprendiamoci la Nascita!
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La nascita, oggi, è ancora indubbiamente molto medicalizzata.

Medicalizzata nel senso che si tende ad approcciare la gravidanza ed il parto come eventi potenzialmente patologici, quindi gestiti da medici all’interno di strutture ospedaliere mediante l’uso di farmaci e procedure mediche talvolta invasive.

 Anche quando di patologico non c’è nulla, purtroppo.

Certo qualcuno obietterà dicendo che il parto E’ un evento per il quale nessuno può garantire l’ottimo esito per madre e bambino in termini di salute e benessere. Un evento che per quanto avviato con le premesse migliori può talvolta riservare delle sorprese. Un evento che nessuno può prevedere al 100%.

Allora, dico io, non usciamo nemmeno di casa al mattino perché non si sa mai che inciampiamo in un buco per strada e ci rompiamo una caviglia. Anzi, non alziamoci affatto dal letto perché magari andando in bagno scivoliamo su una mattonella bagnata e prendiamo una sederata in terra.

Ovvio che il mio intento non è paragonare la nascita ad una caviglia rotta o a un livido al sedere. Il messaggio è che nessuno di noi può avere il controllo totale e assoluto sulla propria vita, ma ciò non vuol dire viverla come se il pericolo fosse costantemente in agguato. Non sarebbe più vita, in quel caso.

Per la nascita vale a mio avviso lo stesso discorso.

I motivi per cui negli anni la nascita è stata sempre più medicalizzata sono molti e diversi: igienico-sanitari, culturali, tecnologici…
Un tempo le case non erano riscaldate, spesso sovraffollate, l’igiene non era la stessa di oggi, non c’era acqua corrente e la latrina stava in cortile, magari condivisa da più di una famiglia. Non si conoscevano le vie di diffusione dei batteri, non si sapeva che sarebbe stato sufficiente lavarsi le mani dopo essere stati in bagno o dopo aver tossito o starnutito per evitare molte malattie.
Ovvio che l’ospedale rappresentava una salutare alternativa!

Ma oggi….
Oggi l’alternativa è spesso rappresentata dall’approccio non medico e non medicalizzato a gravidanza e nascita! Chi sceglie di essere assistita dall’ostetrica in gravidanza, chi sceglie di partorire “con dolore”, chi sceglie di partorire in casa…queste donne sono considerate delle vere e proprie “alternative”, delle hippies, delle stranbe…e anche delle matte!

Oggi l’approccio è spesso quello di mettersi completamente nelle mani di uno specialista: “Non mi serve sapere cosa fare in ospedale, tanto lì ci pensano il medico e l’ostetrica”…”L’ostetrica mi dirà quando spingere e come respirare”…

Ma l’utero è mio o del ginecologo di guardia?
La vagina è mia o dell’ostetrica?
Il figlio è mio o dell’équipe del reparto maternità?

Oggi l’approccio è spesso quello di alienarsi completamente dal proprio corpo e dalla propria mente. Come se prendessi il mio utero gravido e lo affidassi per il tempo necessario allo specialista, giusto il tempo di far nascere il bambino in tutta “sicurezza” – senza pensieri/preoccupazioni/dolori – per farmelo riconsegnare bello pulito e agghindato…E ritrovarmi tra le braccia un piccolo cucciolo d’uomo del tutto dipendente da me e sprovvisto di “libretto delle istruzioni”…finendo per e andare in tilt!

E allora ecco entrare in gioco l’altro specialista, al quale affidiamo l’intera gestione del cucciolo bisognoso…dalla pupù al bagnetto, dall’allattamento alla pappa, dallo starnuto al colpo di tosse.

Per non parlare di tutta l’oggettistica senza la quale sembra non sia possibile crescerlo: culle, lettini, fasciatoi, vaschette, detergenti di ogni genere, carrozzine e passeggini ultratecnologici, apparecchi che ne controllano il respiro e persino le puzzette…

Mamme, riprendiamoci la Nascita!
Mamme, papà, riprendiamoci l’Accudimento!

Finché non ci riapproprieremo di ciò per cui la Natura ci ha geneticamente predisposte, finché non riacquisiremo la consapevolezza di un qualcosa che è innato in noi e continueremo a delegare ad altri, travaglio e parto resteranno medicalizzati!

Sì, perché la medicalizzazione della gravidanza e della nascita altro non è che il risultato di un’”ostetricia difensiva e preventiva”: se io Madre ho affidato totalmente me stessa e il mio bambino non ancora nato o appena nato alle mani dello specialista, ovviamente pretendo il migliore degli esiti, per me e per lui.

Ma la Natura, si sa, mica ragiona come noi. E’ imprevedibile. E a volte qualcosa va in modo diverso da quello auspicato nel momento in cui ci siamo affidate completamente ad uno specialista, troppo spesso ritenuto invincibile ed onnipotente. E ovviamente la colpa di chi è? Non certo della Natura birichina e imprevedibile. Ma dello specialista. E quindi egli va denunciato.

Ma per timore che ciò accada, che farà lo specialista? Metterà in atto strategie, rimedi, pratiche, talvolta invasive, userà strumentazioni e somministrerà farmaci, nella maggior parte dei casi senza indicazione medica, senza alcuna utilità…per prevenire ciò che nella maggior parte dei casi non è prevedibile e difendere se stesso da potenziali denunce…in pratica medicalizzando la nascita!

E allora, Mamme, riprendiamoci la Nascita!!!

Emanuela Rocca

Un commento

  1. […] emotivo delle donne è influenzato da nuovi fattori, peculiari della nostra società e legati alla medicalizzazione della nascita. Le visite prenatali sono numerose e fanno parte di un nuovo modo di concepire le […]

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