• 0 Elementi - 0,00
    • Il carrello è vuoto.
La durata di una gravidanza naturale
Schermata 2016-03-25 alle 13.28.33

Vorrei condividere con voi una riflessione sulla gravidanza naturale, nata dal confronto – durante tutti questi anni, e in particolare nel corso di questa estate (che ha segnato per me l’inizio dell’assistenza alle nascite in casa) – con le future mamme all’approssimarsi della fatidica “data presunta del parto”.


E’ una riflessione che scaturisce a ogni travaglio e ad ogni nascita a cui i genitori mi donano il privilegio e l’onore di accompagnarli, costringendomi a pensare, e spesso ad innervosirmi, a cercare il confronto con le colleghe, a tornare sulle linee guida nazionali ed internazionali solo per averne nuova conferma e rassicurazione.

Mi chiedo innanzitutto chi abbia stabilito che una gravidanza debba durare 40 settimane, ovvero 280 giorni, ovvero la “durata standard” adottata praticamente da tutto il mondo. E mi chiedo anche quale sia stato il criterio adottato per sancire tale “calendario“.

Probabilmente, azzardo, sono state prese in considerazione un numero X di gravidanze e si è calcolata la durata media, quindi adottata come ufficiale. E probabilmente tale dato è stato incrociato con quello della durata media di un ciclo mestruale, calcolato su 28 giorni, ovvero quattro settimane, ovvero un mese lunare, cioè il tempo che la luna impiega a compiere un ciclo. In effetti se calcoliamo 280 giorni non sono altro che 10 mesi lunari…

In tal caso, però, non si è tenuto conto che la Natura non agisce per regole fisse: ci sono donne con cicli più corti di 28 giorni e altre con cicli più lunghi.

Nel primo caso l’ovulazione non avviene intorno al 14° giorno come in un ciclo di 28 giorni, ma qualche giorno prima (talvolta anche diversi giorni prima), nel secondo caso l’ovulazione potrà avvenire anche diversi giorni dopo il 14°.

Nel primo caso la fecondazione dell’ovulo avverrà anticipatamente (sempre in confronto al ciclo medio di 28 giorni) e quindi la gravidanza inizierà prima e la data presunta per il parto potrà anche anticipare leggermente, nel secondo caso invece la fecondazione avverrà anche diversi giorni dopo rispetto ai soliti 14 e quindi la data presunta si sposterà in avanti, a volte anche di una settimana/10 giorni!!!

E non si è tenuto conto che non è detto che una donna abbia i cicli regolari…

E neanche che una donna con cicli regolari possa, ogni tanto, avere un ciclo “diverso”…

Il mio terzo bimbo è stato concepito al 30esimo giorno del ciclo, se avessi dato ascolto ai regoli ostetrici o alle date calcolate in maniera “standard” il poverino sarebbe stato sfrattato dal suo caldo nido con ampio anticipo rispetto ai suoi bisogni…eh sì, perché i protocolli ospedalieri prevedono che dopo 10, massimo 12 giorni di ritardo rispetto a quella fatidica “data presunta” (calcolata aggiungendo 280 giorni o 40 settimane al primo giorno dell’ultima mestruazione), il bimbo debba nascere, volente o nolente, con le buone o con le cattive!

Come conoscere, quindi, con maggior precisione, l’epoca di gravidanza e il periodo in cui più facilmente il bimbo sarà pronto per nascere? Esiste un sistema che tenga conto della variabilità soggettiva? Possiamo realmente prevedere una data di “scadenza” (che brutto termine, parliamo di bambini e non di prosciutti)?

Premesso che in una gravidanza che procede fisiologicamente (quando va tutto bene, per intenderci), il bimbo nasce quando è pronto per nascere e quando anche la sua mamma lo è, vediamo quali sono gli “strumenti” a disposizione…

L’ecografia può dare una datazione piuttosto precisa solo nelle prime settimane, quando ancora si misura la camera gestazionale, o poco più. Dopo quest’epoca l’embrione, e successivamente il feto, avranno uno sviluppo che sarà influenzato dalla genetica, ovvero da come geneticamente statura e corporatura dei genitori hanno determinato la sua crescita: quindi ci saranno bimbi più o meno grossi, più o meno lunghi o corti, grassottelli o magrolini, di coscia lunga o di coscia corta, con la testa più grande o più piccolina…insomma siamo tutti diversi, fin dalla pancia della mamma!

Quindi un bimbo che alle misure ecografiche a 20 settimane risulta essere nella parte alta della curva di crescita (che ricordo essere costruita statisticamente eh), non è detto che sia più avanti come epoca gestazionale e che quindi debba nascere prima! Stessa cosa per il bimbo che alle misure ecografiche risulti essere un pochino più piccino…non è detto che debba per forza nascere dopo.

La cosa importante è che le tre ecografie che si fanno durante una gravidanza fisiologica mostrino dati di crescita armonica, quindi che il bimbo ai tre rilevamenti antromopetrici mostri un trend di crescita coerente (che sia sempre un po’ più grande o nella media o un po’ più piccino rispetto alla media, questo ci indica semplicemente che è fatto così, che questa è la sua corporatura), mentre se i rilevamenti mostrano incongruenze da un’ecografia all’altra allora occorre capirne il motivo (per esempio un bimbo che alle prime due mostrava un trend di crescita sopra la linea mediana di crescita che alla terza ecografia invece mostra misure che si trovano sotto la linea).

Detto questo, occorre sottolineare ancora una volta come questa famosa curva di crescita sia costruita sulla base di medie, ovvero prendo un numero X di feti alla X settimana, rilevo le misurazioni di circonferenza cranica, circonferenza addominale e femore, faccio la media e trovo quindi la stima del peso che varrà per tutti i feti alla stessa settimana di gravidanza come media intorno alla quale posso “etichettare” un feto come grosso o piccolo…

Proprio perché si parla di misurazioni medie, ricordiamoci che le stime del peso fetale possono avere un discreto margine di errore, in positivo e in negativo.
Stessa cosa vale per l’indicazione dell’epoca di gravidanza e della data presunta del parto!

Esclusa l’ecografia, quindi, non ci resta che affidarci ad una più approfondita conoscenza di noi stesse!

Un buon grado di confidenza col nostro corpo, coi segnali e i sintomi che esso ci invia, ci aiuta a comprenderne i ritmi e i cicli. E conoscere, per esempio i sintomi dell’ovulazione! Se so quando ho ovulato (e, spero, anche quando ho avuto il rapporto sessuale potenzialmente valido ai fini del concepimento), posso sapere quando è cominciata la gravidanza! Posso conoscere realmente a che punto sono e quando potenzialmente il bimbo sarà pronto a nascere!

Il problema, purtroppo, è che per gli ecografi siamo un po’ tutte uguali, i cicli sono di 28 giorni, il concepimento avviene al 14° giorno e il bimbo deve nascere entro una data stabilita sulla base di un ciclo mestruale standard. E solitamente ci si basa proprio sulle datazioni degli ecografi per stabilire la data in cui presumibilmente il bimbo nascerà. Di conseguenza la data oltre la quale non si può più aspettare che decida di nascere spontaneamente…

E’ quindi importante conoscersi a fondo e comunicare all’ostetrica (o al ginecologo) che vi assiste durante la gravidanza e i bilanci di salute, quando è presumibilmente avvenuto il concepimento, così da stabilire un’epoca prevista per il parto il più precisa possibile ed evitare le ansie legate ad una gravidanza protratta oltre i limiti imposti dai protocolli ospedalieri (solitamente 41+3 o 41+5 giorni).

Se il bimbo aspetta ancora, in ogni caso, niente panico!

Dategli tempo, abbiate pazienza, rispettiamone i tempi, lasciamo fare alla natura….fidiamoci di lei!

E’ utile un’ecografia per controllare la funzionalità placentare, i flussi della placenta e del cordone ombelicale e la quantità di liquido amniotico, nonché controllare i parametri materni.

Se tutti gli indicatori sono nella norma, allora un bel respiro profondo e attendiamo serenamente a casa che arrivi il giorno tanto atteso, riposando, passeggiando, nuotando, facendo shopping, facendo l’amore…insomma facendo vita normale (una mamma che sa ascoltarsi sa quando va tutto bene e quando il suo bimbo sta bene o quando insospettirsi e chiedere un controllo, quindi è più fiduciosa nell’attendere che il suo bimbo decida da solo quando è pronto per nascere!).

Credo che se cominciamo noi mamme ad essere più fiduciose in noi stesse, più facilmente lo diventeranno anche gli operatori, se diventiamo più consapevoli, sarà più facile ovviare in maniera informata a protocolli e standard di assistenza.

Un commento

    • Sara

    • 10 anni fa

    la mia prima bimba è nata in casa a 43+4 settimane (in teoria!). con lei non ho mai fatto ecografie e mi sono semplicemente fidata, ho aspettavo. e lei, puntuale, mi diceva che tutto andava bene e di aspettare che lei fosse pronta. tutti mi davano della pazza (a parte mio marito) e insistevano per l’induzione. quando è nata, sana e stupenda, mi ha premiata per aver avuto pazienza!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Accetto i Termini e Condizioni e la Privacy Policy

×
Registrati alla newsletter