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15 diritti delle donne in sala parto: per la tutela di mamma e neonato
diritti donne in sala parto

Ultimamente una psicologa neuroscienziata ed una filosofa insegnante di Hyonobirthing, creatrici di un progetto davvero degno di nota, “Il parto positivo”, da cui l’omonimo sito, mi stanno dando grandi soddisfazioni a livello di spunti di riflessione.

Lo spunto di oggi riguarda il fatto che attualmente, come purtroppo negli ultimi trent’anni (anche se forse qualche leggero e timido miglioramento lo stiamo osservando), le donne tendono ad accettare passivamente un tipo di assistenza ostetrica, purtroppo non immune da ingiustizie.

E accade perché si sono totalmente persi di vista i diritti che spettano ad una donna durante il parto (ma anche durante la gravidanza), e le ingiustizie non vengono neanche più riconosciute come tali, né dalle partorienti né dagli operatori che ruotano attorno alla nascita.

Ecco che:

– Un’induzione del travaglio imposta prima del compimento delle 41+5 settimane di gravidanza (come da Linee Guida ISS 2011) senza una riconosciuta motivazione clinica (dalle Linee Guida, non dal giudizio personale del medico di turno), è un’ingiustizia.

– La negazione a tentare un parto naturale dopo un precedente cesareo è un’ingiustizia (ma anche il terrorismo psicologico verso la donna che lo desidera o l’assistenza in pieno stile “bomba pronta ad esplodere” lo sono!).

– La rottura artificiale delle membrane prima della dilatazione completa è un’ingiustizia, se non vi sono precise indicazioni cliniche (anche qui è importante sottolineare che tali indicazioni ci vengono fornite dalle Linee Guida e non devono essere lasciate alla libera interpretazione personale del medico di guardia).

– Il monitoraggio cardiotocografico continuo è un’ingiustizia a meno che il travaglio non sia stato indotto o vi sia l’indicazione clinica a monitorare in continuum il benessere fetale e l’attività contrattile uterina (quindi non routinariamente in un travaglio fisiologico, per intenderci).

– Imporre alla partoriente una posizione o impedirle il movimento libero in travaglio sono profonde ingiustizie ( e il monitoraggio continuo di certo non aiuta in tal senso, ma limita fortemente sia la ricerca della posizione migliore che il movimento). Se poi la posizione viene imposta per comodità di chi assiste l’ingiustizia è doppia!

– L’uso dell’episiotomia dovrebbe essere limitato ad una ristrettissima casistica, invece ancora oggi viene ampiamente praticata, spesso addirittura senza previo consenso, che enorme ingiustizia!

– La madre e il neonato sani non dovrebbero mai essere separati, anzi deve essere incoraggiato e sostenuto l’allattamento materno da subito. L’uso spropositato o imposto dell’aggiunta di latte formulato è un’ingiustizia, tanto più quando non viene ne chiesto ne comunicato alla madre!

Quante volte ascoltiamo racconti di Madri che subiscono queste (o altre) ingiustizie? Perché nessuno le segnala? Perché si accettano e basta? Ma soprattutto, perché accadono ancora? Semplice, perché non le si riconosce più come tali!

Siamo tutti talmente abituati a subirle o a sentirle raccontare che ormai sono entrate d’ufficio nella “normalità”. Vengono chiamati “parti naturali” persino il parto indotto, quello in epidurale , quello con l’episiotomia e anche quello in cui viene praticata la famigerata Manovra di Kristeller! Non parti vaginali, ma proprio naturali! Perché evidentemente tali manovre/interventi vengono ormai considerati naturali…normali!

Nella mia città all’interno di uno dei reparti maternità esiste una meravigliosa oasi di pace e rispetto per la fisiologia della nascita, un centro nascita all’interno dell’ospedale gestito dalle ostetriche e sapete come si chiama? Alternativo!!!!! Sì, perché oggi il parto naturale (quello vero eh!) è considerato alternativo, è l’alternativa al parto nella sua comune accezione odierna, pazzesco no? E una donna consapevole ed informata per veder rispettati i propri diritti deve stilare il “Piano del parto”, perché non è scontato che tale rispetto venga garantito, anzi (in realtà nemmeno stilando il Piano del parto…)!

Ecco perché è essenziale sapere che la partoriente ha precisi e riconosciuti diritti e che tali diritti sono tutelati ufficialmente da un Disegno di Legge del 2006 stilato e poi approvato sulla base delle 15 raccomandazioni OMS per la partoriente del 1985:

  1. Per il benessere psicologico della neo-madre deve essere assicurata la presenza di una persona di sua scelta – familiare o non – e poter ricevere visite nel periodo post-natale
  2. A tutte le donne che partoriscono in una struttura deve venir garantito il rispetto dei loro valori e della loro cultura
  3. L’induzione al travaglio deve essere riservata solo per specifiche indicazioni mediche e in nessuna regione geografica si dovrebbe avere un tasso superiore al 10%
  4. Non c’è nessuna giustificazione in nessuna regione geografica per avere più del 10 – 15% di cesarei
  5. Non c’è nessuna prova che dopo un precedente cesareo sia richiesto un ulteriore cesareo per la gravidanza successiva: parti vaginali, dopo un cesareo, dovrebbero venir incoraggiati
  6. Non c’è nessuna indicazione per la rasatura del pube e per il clistere prima del parto
  7. La rottura artificiale delle membrane, fatta di routine, non ha nessuna giustificazione scientifica e su richiesta, si raccomanda solo in uno stato avanzato del travaglio
  8. Durante il travaglio si dovrebbero evitare la somministrazione routinaria di farmaci se non per casi specifici
  9. Il monitoraggio elettronico fetale, fatto di routine, deve essere eseguito solo in situazioni mediche particolari selezionate e nel travaglio indotto
  10. Si raccomanda di non mettere la donna nella posizione supina durante il travaglio e il parto: si deve incoraggiare la donna a camminare durante il travaglio e a scegliere liberamente la posizione per lei più adatta al parto.
  11. L’uso sistemico dell’episiotomia non è giustificato
  12. Il neonato in salute deve restare con la madre ogni volta che le condizioni dei due lo permettono: nessun processo di osservazione della salute del neonato giustifica la separazione dalla madre
  13. Si deve promuovere immediatamente l’inizio dell’allattamento persino prima che sia lasciata la sala parto
  14. L’allattamento costituisce l’alimentazione normale e ideale del neonato e dà allo sviluppo del bambino basi biologiche ed effetti impareggiabili
  15. In gravidanza si raccomanda un’educazione sistematica sull’allattamento al seno, poiché attraverso una educazione e un sostegno adeguato tutte le donne sono in grado di allattare il proprio bambino al seno. Si devono incoraggiare le madri a tenere il bambino vicino a loro e a offrigli il seno ogni volta che il bambino lo richiede. E si raccomanda di prolungare il più possibile l’allattamento al seno e di evitare il complemento di aggiunte.

Mamme, pretendete il rispetto di questi diritti! Perché questa è la vera normalità!

Emanuela Rocca

Un commento

  1. Ben, detto!
    Come dici giustamente tu, di queste cose non se ne parla mai. C’e’ la tendenza ad accettare passivamente.
    Forse perché in certi momenti ci si sente più fragili, meno esperte di chi ci sta di fronte….e allora tendiamo a “subire”! Mai, mai, mai farlo!
    Il primo passo per uscire da questa condizione è quella di essere informate e consapevoli dei propri diritti.
    Grazie

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