Tra poche settimane le maestre e i maestri della scuola primaria dovranno scegliere di quali strumenti far uso nel prossimo anno scolastico o nel ciclo che stanno per avviare. Per molti la scelta di adottare uno dei libri di testo proposti dalle case editrici che hanno il placet del ministero è una scelta indiscutibile, mentre credo valga la pena ricordare come è possibile anche percorrere la strada dell’adozione alternativa che permette di avere a disposizione una cifra equivalente al valore dei libri ministeriali per acquistare altro tipo di testi, albi, materiali didattici per affrontare con i bambini i medesimi contenuti, magari anche in modo più accattivante ed efficace. Ripenso spesso a come Mario Lodi su questo tema avesse intrapreso una battaglia senza troppe sfumature e del tutto attuale.
Leggiamolo:
“L’alternativa culturale e pedagogica a questi testi scolastici reazionari e stupidi non è un libro di testo migliore, con contenuti oggettivi, ma una scuola diversa dove non si studi per il voto e dove l’apprendimento non sia fondato sulla memoria in funzione dell’interrogazione e dell’esame, ma sul ragionamento critico. Tale atteggiamento sarà strettamente legato con l’esperienza del giovane e prenderà in esame i problemi del ragazzo e del suo ambiente sociale. Così si abituerà a leggere le pagine del libro vivo e vero degli uomini e della natura, a mettere in relazione fra loro gli eventi e a scoprirne cause ed effetti, a rendersi conto del suo ruolo di protagonista del mondo in cui vive.”**
Ricordando le sue battaglie su questo tema, l’amico e collega Lovattini scriveva a Lodi in occasione del suo ultimo compleanno (pochissimi anni fa, quindi): In tanti hanno letto i tuoi bellissimi libri in classe, i tuoi testi si sono trovati nei libri scolastici. Però ci si dimenticava e ci si dimentica dei tuoi scontri con i rappresentanti degli editori, arrabbiati perché tu non eri d’accordo a far adottare il testo unico a tutti i bambini. Il problema non era e non è (perlomeno soltanto) leggere i tuoi libri in classe ai bambini, ma fare in modo che i bambini di tutte le classi potessero e possano scrivere i propri libri.
Nelle nostre esperienze di scuole montessoriane i libri non si adottano ma si costruiscono, proprio come suggeriva Mario Lodi (e sono sempre più convinta delle necessità di una contaminazione del metodo con altre esperienze di scuola attiva), ma vorrei ricordare a genitori ed insegnanti che anche laddove una scelta di questo strumento venga fatta non dovrà essere l’indice di quei volumi a determinare i tempi, i contenuti e i modi del fare scuola quotidiano. La bussola del lavoro nella scuola primaria sono le Indicazioni Nazionali che poco vengono riprese nella loro logica pedagogica e didattica da libri di testo spesso troppo uguali da qualche lustro. Non sono le case editrici a dettarci il ritmo e lo stile del nostro lavoro. Se anche scegliamo quei libri come strumento, il cuore e la mente rimangono comunque altrove: in docenti capaci di ascolto e di osservazione delle menti dei bambini loro affidati, delle loro domande, delle loro fatiche.
Nella mia riflessione su questo tema ho incontrato in questi giorni Antonella Capetti, insegnante di scuola primaria con un lungo passato alla scuola dell’infanzia e un’indomita passione per gli albi illustrati. Lei ha scelto l’adozione del libro di testo con convinzione ma senza rinunciare ad una ricerca di qualità su questo strumento. Vi propongo le sue riflessioni, espresse in un dialogo a distanza di cui la ringrazio, a completamento di questa riflessione che tenta come sempre di tenere al centro i bambini e i loro bisogni.
In che modo i libri di testo possono essere un utile strumento di lavoro e apprendimento nella scuola primaria?
Credo profondamente nell’utilità del libro di testo, tant’è che, dopo averci molto pensato, non ho aderito all’adozione alternativa. Penso che i bambini e l’insegnante abbiano bisogno di uno strumento condiviso, attraverso il quale leggere, pensare, conversare, condividere idee, riflettere sulla lingua, arricchire il lessico…Temo anche che per alcuni bambini il libro di testo sia uno dei pochi strumenti per la lettura, e non solo per l’apprendimento. Proprio per questo motivo credo sia importante che ogni libro di testo sia un buon libro di testo.
Quali caratteristiche di contenuto dovrebbe avere un buon libro di testo?
Probabilmente, le caratteristiche di un buon libro di testo variano a seconda dell’insegnante e della classe in cui si lavora. Non sono quindi sicura che esistano caratteristiche universalmente valide. Le mie sono queste:
– attenzione alle necessità dei bambini più fragili o in difficoltà, senza però l’eccesso di semplificazione che mi pare caratterizzi molta della produzione odierna. L’uomo è fatto anche per le sfide, per le cose difficili, e facilitare tutto non mi sembra uno stile educativo e didattico efficace;
– occhi sempre aperti sul mondo contemporaneo, con continui rimandi alla storia, alla geografia, alla convivenza;
– un’alta considerazione per la poesia, linguaggio troppo spesso sacrificato e confinato in un ambito ristretto e datato.
Quale importanza hanno la parte grafica, le illustrazioni, le immagini fotografiche?
So bene che ciò che sto per dire apparirà a molti un’utopia. Se ci ragiono con attenzione, lo penso anch’io. Eppure, continuo a credere che il perfetto libro di testo sia quello con le illustrazioni, o almeno le copertine, tratte dagli originali. Qualsiasi altra immagine, per quanto di valore, rimane un surrogato. Io, poi, da insegnante vecchio stampo, prediligo la pagina bianca, poco pasticciata da schemi, evidenziazioni, colori. Vero è che i bambini sono ormai abituati alla frammentarietà, ma mi piace pensare che la scuola possa ancora offrire la possibilità di concentrare sguardo, attenzione, mente e cuore su una sola cosa alla volta.
E poi mi racconta di come ogni giorno porti a scuola ai suoi bambini un bel libro da sfogliare insieme, da leggere e sentir leggere; per educare alla bellezza delle immagini e dei contenuti, in attesa del libro di testo ideale.
Buon lavoro, Antonella, buon lavoro e buona scelta a tutti, con o senza libri di testo, ma con la giusta bussola educativa in mano.
Sonia Coluccelli
**M. Lodi, Perché no ai libri di testo, in “Cominciare dal bambino”, Einaudi 1977