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Cosa avviene all’interno del seno una volta concluso l’allattamento?

Dopo lo svezzamento le cellule che secernono il latte si trasformano in cellule che si fagocitano le une con le altre.

Le donne che sono curiose di sape­re cosa avviene all’interno del seno una volta concluso l’allattamento, potrebbero stupirsi nell’apprendere gli esiti di una recente scoperta.
Si è infatti visto che, nel momento della transizione da ghiandole che a tempo pieno produ­cono latte a organi dormienti, le cellule che secernono il latte mutano in cellule cannibali che si divorano a vicenda.

Suona più apocalittico di quanto non sia in realtà!
Capiamo meglio perché in questo articolo di Bryan Nelson tradotto da “Mother Nature Network”.

Cellule “cannibali” per fare “pulizia”

Questo comportamento cannibale sa­rebbe infatti una vera manna per la salute femminile, aiutando a fare una bella pu­lizia di tutte le scorie, fra cellule morte e residui di latte, che restano dopo la fine dell’allattamento.
E cercando di capire meglio come funzioni questo processo di “pulizia”, gli scienziati sperano proprio di fare nuove scoperte utili al trattamento del cancro al seno.

«Uno degli aspetti meno chiari di que­sto processo è il modo in cui gli eccessi di latte e un gran numero di cellule morte vengano rimossi dalla ghiandola mam­maria senza una sostanziale attivazione del sistema immunitario», ha riferito sul “New Scientist” Matthew Naylor, biologo oncologo all’Università di Sydney, in Au­stralia.

Le cellule morte, o che stanno morendo, di solito vengono spazzate via dalle cellu­le del sistema immunitario, attraverso un processo che si chiama fagocitosi; tutta­via, il coinvolgimento del sistema immu­nitario significa spesso infiammazione.
Se la fagocitosi giocasse un ruolo impor­tante anche all’interno del seno, questo implicherebbe certo un gonfiore e un in­dolenzimento significativi della ghiando­la mammaria, soprattutto se si considera la quantità di tessuto che deve essere rimosso dopo la fine dell’allattamento. Un’infiammazione eccessiva rappresen­terebbe un ulteriore fattore di rischio per lo sviluppo del tumore al seno.

Il ruolo del gene Rac1

Ai fini dello studio, Nasreen Akhtar e colleghi dell’Università di Sheffield han­no eliminato nelle cavie un gene specifi­co, il Rac1.
Si sa che il gene ha un ruolo sia nella normale produzione del latte, sia nella fagocitosi del sistema immunitario, e ciò lo rende un candidato molto singo­lare per questa ricerca.
Non ci è voluto molto prima che le cel­lule morte e il latte ingorgassero le ghian­dole mammarie delle cavie, producendo gonfiore e uno stato di infiammazione cronica.
In ultimo, questo stato ha inficia­to la capacità degli animali di rigenerare i tessuti, riducendo così la produzione di latte per le gravidanze future.

Osservando più da vicino i risultati del­lo studio, i ricercatori hanno notato che il Rac1 agiva tenendo unite le cellule morte o morenti nella stessa formazione deputata alla produzione di latte, forse per renderle subito accessibili alle cellule sorelle che le avrebbero fagocitate, ma probabilmente anche per tenerle lontane dalle cellule del sistema immunitario che sono di pattuglia nei dotti lattiferi.
Le cellule immunitarie giocano anch’es­se un ruolo nel processo, ma, poiché le cellule mammarie si ripuliscono da sole prima che si attivi il sistema immuni­tario, il lavoro è più agevole.

Il rischio di sviluppare un tumore mammario

Poiché il rischio di sviluppare un tumore mammario aumenta nei primi cinque-die­ci anni dopo una gravidanza, studiare il delicato equilibrio fra cannibalismo delle cellule mammarie e risposta immunitaria potrebbe essere la chiave per capire me­glio i fattori di rischio legati a questo tipo di cancro.
Come ha spiegato Naylor: «Visto il ruolo nuovo del Rac1 nella rimozione delle cellule morte e dei residui, riducendo in tal modo i processi infiammatori, questo studio identifica anche un ruolo potenziale del Rac1 nella formazione del tumore al seno, tutto ancora da esplorare».


Articolo originale di Bryan Nelson
Traduzione di Michela Orazzini


Articolo revisionato il 25 febbraio 2021

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