Che cosa significa “genitorialità”? Che cosa vuol dire essere un padre e una madre?
Quando un figlio viene concepito e, poi, dato alla luce, avviene una profondo mutamento nei due individi che da uomo e donna si trasformano in padre e madre, ossia in genitori. Una trasformazione che riguarda anche la coppia che adotta un figlio, che per questo diventa coppia di genitori non per atto biologico, ma giuridico.
Ma la genitorialità, ossia l’essere genitori, si riduce al mero evento “fisico” – limitato alla procreazione e alla nascita – e “giuridico” (riconoscimento legale, adozione), oppure ha un senso più profondo? Che cosa significa essere genitori?
L’arrivo di un figlio comporta un atto di responsabilità, il riconoscimento di un nuovo ruolo da parte di due individui – padre e madre – e della coppia, che si trovano a dover svolgere una nuova funzione, compiere scelte, elaborare decisioni, individuare obiettivi e traguardi in un’ottica comune.
La genitorialità è, quindi, un processo dinamico rappresentato dalla nascita non solo di un figlio, ma di una nuova relazione, in perenne trasformazione, e di nuove identità:
Il singolo genitore si trova a fare i conti con una nuova dimensione personale, rapportata non soltanto al figlio appena nato, ma anche alle proprie esperienze personali di ex figlio e ai modelli genitoriali acquisiti. La coppia muta le proprie dinamiche interne, dovendo riconoscere il cambiamento dei reciproci ruoli, e delle modalità di dialogo tra gli elementi che la compongono, in vista di obiettivi comuni improntati al bene del figlio appena arrivato e che ha trasformato la coppia in famiglia. Il neo padre e la neo madre si devono interrogare sul tipo di dialogo e di rapporto da instaurare con il figlio, ossia operare delle scelte sul tipo di genitori e di educatori che intendono essere.
La genitorialità è l’insieme delle scelte educative e delle modalità di dialogo che padre e madre decidono di instaurare con il proprio figlio. Il punto essenziale è il riconoscimento dell’individualità del nuovo essere come soggetto, ovvero individuo con personalità, sensibilità e bisogni propri e degni di rispetto.
A volte, condizionati da modelli genitoriali basati sull’imposizione, sulla disciplina dei premi e delle punizioni, o sul soddisfacimento di mere necessità fisiche e materiali (cibo, oggetti) si perdono di vista l’unicità del figlio che si intende educare e i suoi reali bisogni.
Essere genitori è altro. Significa accettazione incondizionata dell’altro (figlio come soggetto), ascolto, dialogo, amore. In questo consiste il modello di genitorialità rispettosa del bambino, della sua individualità, del suo bisogno di essere riconosciuto nella propria integrità e di essere accompagnato durante la crescita nell’amore, nell’ascolto e nel soddisfacimento dei suoi bisogni emotivi (e non materiali) primari di contatto, amore incondizionato, pazienza, dialogo.