Continua l’articolo della dottoressa Silvia Nardocci per riconoscere e prevenire la plagiocefalia, una delle deformazioni cranio-facciali che possono verificarsi durante i primi mesi di vita del neonato.
Leggi la prima parte.
Cosa fare in caso di plagiocefalia?
- Rivolgersi al proprio pediatra il prima possibile;
- Concordare con il pediatra una visita osteopatica;
- Effettuare posizionamenti corretti terapeutici e preventivi, per esempio utilizzare la fascia o il marsupio, un cuscino decubito laterale per plagiocefalia e torcicollo, preferire la posizione prona;
- In caso di sospetta craniostenosi fare gli accertamenti con ecografia suturale e consultare un neurochirurgo pediatrico: la craniostenosi è una deformazione del cranio causata da una precoce saldatura di una o più suture tra le varie ossa che lo compongono, in questi casi si parla di plagiocefalia sinostotica, dolicocefalia sinostotica, brachicefalia sinostotica e trigonocefalia. Lo studio ecografico delle suture e lo studio Tac del cranio confermano il sospetto diagnostico. In questo caso le indicazioni e l’intervento saranno esclusivamente di competenza del neurochirurgo pediatrico.
Dieci consigli tra posture e posizionamenti del neonato:
Quando il bimbo è sveglio si dovrebbe favorire la funzione antigravitaria e l’orientamento del capo in tutte le direzioni proponendo frequenti variazioni di postura.
Ecco alcuni consigli pratici:
1. Alternare il braccio con cui si tiene il bambino, assicurandosi che non assuma posture sbagliate con la testa e il corpo.
2. Quando il neonato è sdraiato sul dorso, sfiorate o toccate l’angolo della bocca attivando il riflesso di orientamento così girerà la testa e aprirà la bocca per cercare lo stimolo.
Questo riflesso vi aiuterà a far ruotare la testa del neonato dal lato opposto all’appiattimento del cranio.
3. Se il neonato è allattato al biberon ricordatevi di alternare le braccia con cui lo date, in modo che il neonato sia stimolato a girare la testa sia a destra che a sinistra.
4. Al cambio del pannolino fate rotolare il bambino lentamente su un fianco e poi sull’altro per farlo rimanere alcuni secondi a pancia in giù.
5. Posizione pancia a pancia con la mamma o il papà.
6. Dal quarto mese potete proporre attività di gioco in posizione prona, sotto vostra sorveglianza.
7. Posizionare il neonato vicino a fonti di luce, per esempio una finestra, dal lato opposto all’appiattimento così da stimolare la rotazione della testa, oppure posizionare un sonaglio sempre dal lato opposto alla zona piatta posteriormente.
8. La notte si può utilizzare un cuscino per la plagiocefalia. Le ossa del neonato sono ancora malleabili e restare per diverse ore con la testa poggiata sullo stesso lato favorisce l’aumento dell’appiattimento.
9. Usare durante il giorno una fascia-marsupio così la testa del bambino non resta per tante ore in compressione.
10. Utilizzare ovetto, sdraietta, ecc. in modo molto cauto e per poco tempo durante la giornata così da non favorire un’ulteriore compressione sulla zona piatta posteriore. Inoltre sino ai quattro mesi il neonato non è in grado di mantenere la testa allineata con il tronco e fino a sei mesi non riesce a controllare la posizione seduta.
La gran parte del lavoro fatto dai genitori a casa ha bisogno di essere supportato anche da trattamenti osteopatici che consentano la riduzione delle posture di compenso che il neonato assume a causa di eventuali tensioni presenti a livello del bacino, della colonna e del cranio. Ogni bambino ha diritto al rispetto dell’integrità della sua morfologia naturale iniziale e alla sua correzione ove sia necessario.
La plagiocefalia posizionale va sempre inquadrata all’interno di una serie di dinamiche della gravidanza, del parto e della posizione che il neonato assumerà nelle prime settimane di vita. Queste dinamiche di tensione e compressione possono portare il neonato ad assumere posture di compenso e a sviluppare una posizione preferenziale di rotazione della testa che manterrà ed incentiverà l’asimmetria craniale. La risoluzione spontanea di cui parlano molti professionisti non è mai così scontata.
“Il cranio è progettato per fornire massimo accomodamento alle forze durante il parto, riducendo al minimo i traumi per il fragile sistema nervoso all’interno, e la massima capacità di restituzione completa dopo il parto” spiega Viola Frymann – unica allieva ancora vivente di John Sutherland, discepolo di Andrew Taylor Still, padre dell’osteopatia (ndr) – una tesi ideale che però non sempre si verifica: dopo il modellamento, l’impegno e l’espulsione, è fondamentale che tutte le ossa del cranio tornino alla loro posizione naturale. Il pianto e la suzione del bambino favoriscono questo processo di autoregolazione. Quando le forze del travaglio e del parto superano la capacità di adattamento dei tessuti del neonato, con grande probabilità queste ossa non saranno in grado di tornare alla posizione corretta. Se le ossa del cranio non sono allineate, la testa può mantenere una forma distorta.
“Se la pianta piccola cresce storta, l’albero non sarà mai dritto” Nicette Sergueef.
di Silvia Nardocci
Fisioterapista e osteopata specializzata nel trattamento di neonati e donne in gravidanza – www.osteopatasilvianardocci.it.