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metodo Montessori permissivo o severo

Esiste un pregiudizio molto diffuso secondo il quale i bambini educati con un approccio Montessori avrebbero il permesso di fare qualsiasi cosa vogliano, ma ne esiste anche uno contrario secondo il quale il metodo sarebbe invece molto severo.
In realtà, la pedagogia Montessori si colloca esattamente nel mezzo di questi due estremi.

Un articolo tradotto dal blog The Montessori Notebook di Simone Davies, maestra Montessori alla Jacaranda Tree e autrice del libro Il bambino piccolo Montessori.

Disciplina non significa punizione

La parola disciplina non coincide con la parola punizione; viene infatti da “disciplinare”, che significa “insegnare” o “imparare”. Perciò sostengo che, anziché arrabbiarsi e punire un bambino se fa qualcosa di sbagliato (come colpire o mordere un altro bambino), si può vedere l’episodio come un’opportunità per il genitore di insegnare qualcosa al bimbo, e per quest’ultimo di imparare a prendersi cura degli altri.

Metodo Montessori in pratica

Ecco 8 suggerimenti per approcciarsi al metodo Montessori e metterlo in pratica (senza pregiudizi).

Non utilizzare premi o punizioni

Doni, premi e punizioni sono motivazioni “estrinseche”: significa che stiamo facendo in modo che nostro figlio trovi in altro la motivazione per fare qualcosa anziché sviluppare una propria disciplina personale. L’approccio Montessori mira invece a costruire uno stimolo “intrinseco”.

Comunicazione rispettosa

Parliamo e ascoltiamo i nostri figli in modo rispettoso. In questo modo capiranno che li teniamo in considerazione e che li apprezziamo, che a volte fa parte del nostro dovere tenerli al sicuro e che li supporteremo sempre nei momenti difficili.
Se diciamo “no” a ogni richiesta o lo facciamo senza avere una ragione concreta, potrebbero iniziare a ignorare le nostre indicazioni.
Se per risolvere i problemi alziamo la voce, anche i nostri figli impareranno a farlo.

Essere un modello di responsabilità

I nostri figli devono imparare ad assumersi le proprie responsabilità quando fanno qualcosa di sbagliato.
Nel caso di bambini molto piccoli, potremmo mostrare loro che se un amico si è fatto male gli offriamo un fazzoletto, o un panno bagnato. Saremo al loro fianco per aiutarli a farsi perdonare, e col tempo impereranno lentamente a risolvere i problemi in modo autonomo.

Risolvere insieme i problemi

Anziché corrompere i nostri figli perché facciano qualcosa, possiamo trovare il modo di collaborare con loro.
Per esempio far sì che lascino il parco giochi di propria spontanea volontà, coinvolgerli al supermercato durante la spesa, chiedere un aiuto per portare qualcosa in cima alle scale, o ancora proporre di apparecchiare la tavola così che tutti abbiano il necessario per il pasto.
In questo modo i bambini impareranno a essere parte integrante della famiglia non perché otterranno qualcosa in cambio, ma perché bisogna prendersi cura l’uno dell’altro.

Aiutare i bambini se stanno attraversando un momento difficile

Quando i bambini fanno molti capricci è impossibile ragionare con loro.
Prima di tutto aiutateli a calmarsi. Siate pazienti, potrebbe volerci molto tempo.
Una volta che si saranno calmati (i neonati spesso lo rendono noto facendo un grosso sospiro), allora potremo aiutarli a chiedere scusa.

Libertà entro i limiti

Potreste aver già sentito questa frase. Significa che il bambino ha effettivamente molta libertà, ma ci sono anche dei limiti ben precisi affinché il bambino stesso, le persone e l’ambiente che lo circondano siano al sicuro.
Se vengono imposte troppe limitazioni, il bimbo penserà di vivere sotto una dittatura e potrebbe avere paura di fare alcune cose o, caso ancora peggiore, farle di nascosto per non essere punito.
Al contrario, se non vengono fissati dei limiti, il bambino si sentirà autorizzato a fare qualsiasi cosa senza pensare alle conseguenze che le sue azioni potrebbero avere sulle altre persone, oppure penserà che a nessuno importi di lui.

«Seguendo una sua guida interiore, ognuno [dei bambini] si occupava di un lavoro diverso, che gli dava gioia e soddisfazione; e a questo punto compariva qualcosa d’altro, che non si era mai visto prima fra i bambini: una disciplina spontanea. Questo colpiva i visitatori più ancora di quanto non avesse fatto l’esplosione della scrittura: i bambini si muovevano tutt’intorno, cercavano liberamente un lavoro che li interessasse, concentrandosi ognuno su un compito diverso, eppure il gruppo nell’insieme presentava il quadro di una perfetta disciplina. Così il problema era risolto: per ottenere la disciplina, diamo la libertà».
Maria Montessori, Educazione per un mondo nuovo

Tradurre per loro

Mi piace pensare che il comportamento di ognuno di noi sia un modo di comunicare.
Una volta ho spiegato a un genitore che è come se noi dovessimo fare da traduttori per i nostri figli.
Se nostro figlio prende il giocattolo di un altro bambino e quest’ultimo cerca di impedirglielo ritraendosi, potremmo dire: “Sembra che il bambino voglia ancora giocare con questo giocattolo, presto smetterà e potrai giocarci anche tu”.

Limiti chiari ma gentili

Quando il genitore è chiaro nel fissare le regole della casa, il bambino le seguirà.
Quando è necessario l’intervento del genitore, si può parlare in modo chiaro ma gentile dicendo per esempio:
“Il mio compito è di tenerti al sicuro, per cui tu siedi da questa parte e io dall’altra”.
“Capisco che vuoi sfogarti, ma non posso permetterti di far del male a tuo fratello. Troviamo un cuscino o qualcosa di morbido che tu possa colpire”.
“Metterò la palla qui. Troviamo qualcos’altro da lanciare”.
“Sembra che tu voglia arrampicarti. Costruiamo un percorso a ostacoli dove puoi farlo”.

Per approfondire ecco i nostri libri sul metodo Montessori, trovi un’anteprima gratuita su ogni titolo.


Leggi l’articolo originale: A Montessori approach to discipline

Traduzione di Alessia Fattori
Revisione di Beatrice Toscano e Francesca Pamina Ros

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