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come aiutare neomamma

Nei primi giorni della maternità, nonostante i ruoli della genitorialità siano sempre meno stereotipati, tutto riguarda la mamma: la mamma è conforto, è nutrimento, è sonno, è calore, è casa. La mamma, però, è anche esausta e spesso potrebbe sentirsi in colpa a chiedere aiuto, potrebbe sentirsi in dovere di gestire tutto.
Una neomamma ha bisogno di una sorta di fata madrina che si prenda cura di lei affinché possa concentrarsi sul suo bambino e, pian piano, trovare una nuova normalità, con tutti gli alti e i bassi che la maternità contempla.
Ecco alcuni modi per aiutare una neomamma, tradotti dal blog Raised good, soprattutto nel caso lei non riesca da sola a chiedere una mano.

Sentirsi in colpa a chiedere aiuto

Come neomamma, ero bravissima a dare l’impressione di non avere mai bisogno d’aiuto. I miei familiari abitano dall’altra parte del mondo, quindi (mi dicevo) facevo così principalmente per necessità. Oggi, invece, mi chiedo se sia stato davvero solo per quello.
Come neo (o non più così tanto) mamme, mi domando se ci sentiamo deluse da noi stesse a mostrare la nostra vulnerabilità: non saremmo all’altezza di qualcosa se ammettessimo semplicemente che certe cose non possiamo farle da sole?
Quando abbiamo una gamba da depilare perché le nostre strategie di sopravvivenza si sono ridotte a radersi una gamba un giorno e l’altra il giorno dopo, poi però ci dimentichiamo la seconda gamba per una settimana. Quando mangiamo la colazione per cena. Quando un’altra persona, con le migliori intenzioni, ci dice (come se l’avessimo dimenticato) che dobbiamo prenderci cura di noi stesse, forse urleremmo. Perché prima di diventare madri eravamo abituate a sentirci produttive, a rispettare le scadenze, a portare a termine il lavoro e a sentirci un membro prezioso della squadra.
Ma la maternità manda in frantumi quella realtà e anche se è una sensazione dolce e amara (grazie al cielo che è così!) ci ammorbidisce, ci rallenta, arresta la routine di una società guidata dai risultati, costringendoci a rivalutare le priorità che ci siamo dati in questa nostra breve vita. Come genitori, dobbiamo ridefinire il successo nel contesto di un viaggio con una destinazione che non vedremo mai: il nostro lavoro come madri, semplicemente, non sarà mai “finito”.
I ruoli della genitorialità stanno meravigliosamente sfumando, diventando sempre meno stereotipati, gli uomini assumo ruoli che i loro padri e i loro nonni consideravano “cose da donne”, ma, almeno nei primi giorni della maternità, non si può sfuggire al fatto che tutto riguarda la mamma.
La mamma è conforto, la mamma è nutrimento, la mamma è sonno, la mamma è calore, la mamma è casa. Ma la mamma è anche esausta e potrebbe sentirsi in colpa a chiedere aiuto, potrebbe sentirsi in dovere di gestire tutto.
Forse, quando era incita, immaginava ci sarebbero state ore e ore di dolci sonnellini che avrebbe potuto sfruttare per pulire casa da cima a fondo e per preparare una bella cena calda per suo marito tutte le sere, come se fossimo negli anni Cinquanta. Ma siamo ormai molto distanti da quella realtà.
Quando la mamma è ancora in pigiama per il terzo giorno di fila, odorante di latte, con un bambino che ha allattato e fatto addormentare (su di sé) per un’ora e mezza, quando la sua carica vitale è al 3% e la sua bottiglia d’acqua è vuota, avrebbe bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei, qualcuno che la veda veramente. Almeno ogni tanto, una neomamma avrebbe bisogno di una sorta di fata madrina che si prenda cura di lei affinché possa concentrarsi sul suo bambino e, pian piano, trovare una nuova normalità. Per compiere una metamorfosi e accettare che la vita, pur essendo più ricca di ogni sua immaginazione, non sarà mai più quella di prima. Per godersi la magia unica, ma fugace, della nuova maternità, con tutti i suoi alti e bassi.
Ecco perciò alcuni modi per aiutare una neomamma, soprattutto nel caso lei non riesca da sola a chiedere una mano.

Il dono del permesso

La neomamma ha bisogno di permesso, libertà e spazio per trovare la sua nuova identità, per portarla con orgoglio e per individuare la sua strada, non importa quanto tempo ci vorrà. Ne ha bisogno per cambiare la propria mente, per provare e trovare un modo di fare le cose e sapere che si può cambiare direzione se quel modo non funziona, senza bisogno di dare spiegazioni.
Resistete all’urgenza culturale di chiederle se ha un bambino “bravo”, non chiedetele se il bambino dorme tutta la notte. In breve, non fate domande che, involontariamente, potrebbero farla sentire un fallimento. Lasciate i programmi e le aspettative personali alla porta perché potrebbe avere un modo di fare il genitore diverso dal vostro. Potrebbe essere difficile quando si tratta di vostra figlia, ma questa è la sua maternità da definire, non la vostra.
Siate umili, curiosi e coraggiosi abbastanza da supportarla nel suo viaggio, a prescindere da quanto possa essere diverso da quello che avete scelto voi.

Fatelo e basta (non c’è bisogno di chiedere)

È sicuro che una neomamma sia sempre affamata, assetata e stanca. È oltremodo priva di sonno, soffre di stanchezza da decisione e non si vuole sentire un peso, quindi fatelo e basta, senza chiedere.
Portatele un caffè d’asporto, connettetela al mondo esterno tramite una tazza di carta e aiutatela a sentirsi normale e coccolata. Svuotate la lavastoviglie. Sorprendetela con una crema lenitiva, la sua cioccolata preferita o un tè. Riempitele il congelatore con pasti pronti. Portate fuori il cane. Spazzolate il gatto. Rifate il letto con lenzuola pulite. Portate fuori la spazzatura. E preparatele sempre qualcosa prima di andare via.
Se vivete dall’altra parte del pianeta, ordinate la spesa o la sua cena da asporto preferita e fatela consegnare o chiamate qualcuno per pulirle casa. Internet rende tutto possibile.

Adattarsi e rispettare i suoi tempi

Elizabeth Stone una volta disse: «Decidere di avere un figlio è una scelta radicale. È decidere di avere sempre il proprio cuore che cammina per il mondo, fuori dal proprio corpo».
Ogni neomamma può capire la verità contenuta in questa frase: i nostri bambini vengono al mondo, ma continueranno a sentirsi parte del nostro essere fisico nel più letterale dei sensi. È normale. È sano. È la “chimica dell’attaccamento” al lavoro.
La neomamma sperimenta una marea di cambi ormonali che sono progettati per stimolare la capacità di essere unicamente sensibile al suo bambino. Lasciate che questo processo fondamentale faccia il suo corso, lasciatela con il suo bambino per tutto il tempo di cui ha bisogno e non mettetele fretta perché testimonia la bellezza dell’antica e lenta danza materna, mentre si innamora in un modo che non ha mai sperimentato.

Spremete alcuni limoni

Per anni ho spremuto un limone per berlo con dell’acqua calda come prima cosa al mattino. Sembra abbastanza semplice, ma con un bambino il mio rituale mattutino era diventato un incubo a livello organizzativo. Da neomamme, sono spesso questi semplici piaceri della nostra vecchia vita che ci mancano di più.
Quindi, qual è il “succo di limone” metaforico della vostra neomamma? Qual è quella semplice cosa che per lei è così importante? Il suo piccolo simbolo di auto-cura che la fa sentire se stessa?  Trovatelo, spremete qualche limone e aiutatela a mantenere un po’ del suo vecchio mondo nel nuovo. A volte, sono le cose più piccole che fanno la più grande differenza.

Notatela

I bambini sono molto carini, sono morbidi e coccolosi, e sono la prima cosa che tutti notano. Non ci si può far nulla! Lo capisco, anche io faccio così. Ma, quando una mamma si sente costantemente come il “più uno” fa un po’ male, si sente invisibile.
La mia famiglia impazziva per il nostro bambino e mi rendeva così felice, ma quando ci volevano minuti perché mi dicessero anche solo “ciao”, sia di persona che in videochiamata, faceva male.
Quindi, date molte attenzioni al bambino, ma ricordatevi (almeno) di notare la mamma. Ditele “ciao”, adesso è un genitore, ma è ancora una persona, datele un abbraccio. E soprattutto, controllate come sta: la maternità è bellissima, ma brutale, qualsiasi neomamma ha bisogno di una spalla su cui piangere. Lasciate che sia reale, onesta e autentica. Siate presenti per lei e…

Ricordatele quanto sta andando bene

Senza dubbio le migliori parole che mio marito mi abbia detto da neomamma sono state “Sei una mamma fantastica” (seguite da “Ho ordinato la cena”). Le sue parole mi hanno sempre fatto sorridere. A prescindere da quanto fosse stata dura la giornata, quelle parole erano un regalo. Erano il carburante emotivo di cui avevo bisogno per scavare più a fondo e andare avanti.
Perché, nei primi giorni di maternità c’è davvero poco riscontro, davvero poche conferme del fatto che stiamo gestendo tutto bene, che anche se non abbiamo idea di quello che stiamo facendo, in qualche modo lo stiamo facendo alla perfezione. Perciò, ogni volta che vedete una neomamma, ditele che sta facendo un ottimo lavoro. Oppure scrivetele un messaggio. Ricordatele che il suo bambino è così felice, amato, sano ed è tutto merito suo.


Leggi l’articolo originale: Here’s How to Help A New Mother (Especially When She Doesn’t Ask)

Traduzione di Emanuela Gallo
Revisione di Francesca Pamina Ros

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