Il recupero postnatale è importantissimo perché il benessere e i bisogni della mamma non dovrebbero passare in secondo piano con la nascita del bambino.
La nostra cultura valorizza e investe nella preparazione al parto, ma sembra non esserci la stessa attenzione per la preparazione dopo questo evento: la mamma è al centro dell’attenzione quando è incinta, ma una volta che il bambino è nato tutto l’interesse si sposta verso di lui, come dimostra, per esempio, il tipo di regali fatti ai neogenitori. Ciò di cui il bambino ha bisogno non sono peluche o pagliaccetti, ma più di tutto (oltre a calore, protezione e cibo) necessita di genitori amorevoli.
Il focus dell’attenzione e dei regali, quindi, più che essere diretto ai bambini, dovrebbe essere diretto ai genitori, e soprattutto alla madre, perché si senta abbastanza forte da accogliere i numerosi bisogni del neonato, mentre attraversa i vari cambiamenti fisici ed emotivi che si stanno susseguendo dentro di lei.
Sostiene Jojo Hogan, doula postnatale e fondatrice del movimento “Slow Postpartum”: «Se il parto è come il giorno del matrimonio (dura circa un giorno, occorrono tantissimi preparativi, le aspettative sono altissime, l’attenzione è tutta sugli sposi e i parenti e gli amici li riempiono di regali speciali), allora il periodo post parto dovrebbe essere come la luna di miele (stessa quantità di preparativi e investimenti, tempo, spazio e privacy per rilassarsi, per creare un legame e innamorarsi; tante persone e servizi a disposizione e un ambiente tranquillo e incantevole in cui tutti i bisogni della neomamma e dei neogenitori sono soddisfatti per qualche giorno o qualche settimana)».
Neomamme e salute mentale
La mancanza di sostegno per le neomamme ha un enorme impatto sul loro benessere, sia a livello fisico ed emotivo, sia a livello spirituale.
A livello fisico significa che non riescono a riposarsi e a riprendersi dall’aver fatto crescere dentro di loro e nascere un bambino (nel caso di un parto cesareo, poi, stanno anche guarendo da un importante intervento chirurgico all’addome). Non riescono a fronteggiare il sonno interrotto che porta con sé l’arrivo di un neonato perché non c’è nessun altro che tenga il bambino mentre loro dormono. Devono badare alla casa dato che i papà spesso hanno pochi giorni di congedo.
Non ricevono neanche sostegno da parte di altre mamme che, con la loro esperienza, possono aiutarle a credere maggiormente nelle loro competenze, o a comprendere il radicale cambiamento che la maternità comporta. La mancanza di sostegno sociale, inoltre, fa sì che le neomamme si sentano sole, con la conseguente probabilità di cadere in depressione.
Non solo le mamme ricevono zero sostegno, ma sembra essere sempre più diffusa questa cultura che glorifica l’essere impegnati e che mette pressione sulle neomamme affinché “tornino alla normalità” il prima possibile. Questa insistenza può scaturire in loro sentimenti di vergogna e inadeguatezza e le porta a nascondere i loro problemi senza cercare aiuto, nella convinzione (sbagliata) che siano le sole ad avere difficoltà.
Non è stato sempre così.
Tradizionalmente, in ogni continente e in ogni cultura, c’era (e per fortuna a volte c’è ancora), un periodo di circa un mese durante il quale la famiglia e i membri della comunità (di solito donne) si prendevano cura della neomamma e della casa, così che le uniche cose che lei doveva fare in quei giorni fossero riposare e imparare a conoscere il proprio bambino.
Indifferentemente dal tipo di cultura a cui apparteniamo, le caratteristiche dell’accudimento sono notevolmente simili e ruotano attorno a quattro principi cardine: riposo, cibo, cura del corpo e sostegno sociale. Quest’ultimo costituisce le fondamenta sopra cui poggiano tutti gli altri aspetti.
Il post parto
Cosa serve a una neomamma
Pensare in anticipo al periodo dopo la nascita, individuando i bisogni della neomamma e gli strumenti e le strategie per sostenerla.
Perché il riposo postnatale è così importante
Il riposo è parte essenziale del processo di recupero.
È ovvio che, dopo aver consumato gran parte delle energie nel far crescere e nel partorire un’altra persona, senza dimenticare poi che badare a un neonato implica dormire in modo non continuativo, la neomamma abbia bisogno di riposarsi un po’ e di riprendersi.
Alcuni dicono che partorire è come correre una maratona: ogni atleta sa che il riposo e il recupero sono fasi molto importanti del processo. Questa fase di recupero riguarda un’alimentazione specifica, reidratazione, trattamento del dolore e dei muscoli, massaggi e particolare attenzione a quei rituali che accompagnano la fine di un grande evento.
Testimonianze da altre culture
Nelle culture che seguono ancora questa tradizione, le neomamme si riprendono bene.
Una mamma del Kenya mi ha raccontato che, quando ha partorito, le persone facevano a gara per chi le avrebbe cucinato la cena e che non si doveva neanche lavare da sola.
Nel libro The Golden Month, l’autrice Jenny Allison, intervista una madre del Mali: “Ho avuto dieci figli e non ho mai avuto problemi. Mia suocera si è presa cura di me e mi ha aiutato ogni volta che ho partorito. Di solito, per i primi 40 giorni, mi faceva un massaggio quotidianamente per tutto il tempo di cui avevo bisogno. Mi preparava zuppa di pollo, zuppa di pesce e uova. Con queste attenzioni ho partorito dieci volte senza problemi. Tutto ciò che facevo era allattare il mio bambino o la mia bambina e stare accanto a loro. Non facevo niente, nessun lavoro, neanche in casa”.
Chiedere aiuto
Avere un altro adulto vicino significa anche che la donna non è mai sola mentre si orienta tra le sfide che la maternità le pone davanti, una sicurezza fondamentale affinché la neomamma sia capace di autoregolarsi.
La teoria polivagale del sistema nervoso spiega come il sistema di coinvolgimento sociale è il fondamento su cui si costruisce la reazione al riposo e al rilassamento.
Per quanto riguarda il cibo, la neomamma dovrebbe reintegrare i nutrienti persi e rimanere al caldo, quindi meglio preparare piatti “caldi” (nel senso letterale del termine, ma anche cucinati con erbe e spezie “riscaldanti”), ricchi di sostanze nutritive, facili da digerire e confortevoli da mangiare.
Anche la cura del corpo è essenziale.
Quando una donna fa crescere e partorisce un bambino, tutto il suo corpo subisce notevoli trasformazioni: l’utero passa dalla dimensione di una pera a quella di un cocomero; il bacino si inclina in avanti e la spina dorsale si incurva maggiormente; i muscoli e i legamenti attorno alla pancia si allungano e crescono; gli organi nella cavità addominale vengono spinti verso l’alto per fare spazio al bambino che cresce. Durante il parto l’utero, il bacino, il pavimento pelvico e la vagina si aprono e si distendono per far uscire il bambino. Infine, una volta che il bambino è nato, il corpo deve riaffrontare tutti questi cambiamenti in maniera opposta, insieme a enormi cambiamenti ormonali e all’inizio dell’allattamento.
Sembra assurdo che il sistema sanitario non faccia niente per assicurarsi che tutto “torni al proprio posto”. Molte culture hanno dei massaggi specifici per il post parto, che sono simili all’osteopatia empirica, utili ad assicurarsi che tutti i tessuti e gli organi tornino allineati.
Richiedere e pretendere le dovute cure e attenzioni nel periodo dopo il parto non è affatto un atto egoistico, è un’azione che ha il potere di impattare positivamente sull’esperienza e sul benessere della neomamma e, oltre a questo, di cambiare la società nel suo complesso.
Leggi l’articolo originale: Why Postnatal Recovery and Rest Matter
Traduzione di Letizia Fuppi
Revisione di Federica Lovasto e Francesca Pamina Ros