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Come “crescere” un intestino sano fin da piccoli

L’intestino è un organo estremamente importante per la salute del bambino e per l’adulto che verrà. Il suo compito principale è quello di consentire l’assorbimento dei nutrienti e dell’acqua dal cibo che ingeriamo, fornendo l’energia che ci serve per vivere. Un intestino in salute si è rivelato inoltre fondamentale per non ammalarsi, per prevenire le allergie, per favorire il benessere psicologico.
La pediatra Vera Gandini spiega come il microbiota intestinale influenzi diverse aree di sviluppo del bambino e come preservare la sua salute fin dal concepimento.

Le funzioni di un intestino sano

La parete dell’intestino, associata a uno strato di muco protettivo che la riveste, costituisce una vera e propria barriera. Una mucosa integra e ben funzionante è infatti in grado di respingere germi, allergeni e sostanze tossiche.
A completarne la funzione di barriera contribuisce il fatto che l’intestino ospita un vero e proprio organo, il microbiota, composto da miliardi di microbi. Esso svolge funzioni nutrizionali e metaboliche, partecipa all’azione di difesa guidando la maturazione del sistema immunitario del neonato, contribuisce allo sviluppo della tolleranza degli alimenti e modula il sistema nervoso.
L’intestino inizia a formarsi durante la quarta settimana di vita fetale e prosegue fino alla nascita. In esso, durante e dopo la nascita si verificano importanti cambiamenti, cambiamenti dello sviluppo del microbiota che arriva a completarsi entro i 3 anni, quando si costituisce il “nucleo storico” che caratterizza ognuno di noi. In questo periodo si formano in contemporanea, non a caso, microbiota intestinale, sistema nervoso e sistema immunitario. Ecco perché i primi anni di vita rappresentano una finestra di vulnerabilità, ma anche un’opportunità per crescere in salute.

Fattori che influenzano il microbiota intestinale

Diversi sono i fattori in grado di influenzare lo sviluppo e la maturazione del microbiota intestinale nell’infanzia, alcuni più difficili da modificare come quelli fisiologici, ambientali quali la situazione geografica in cui viviamo (aree urbane o rurali, paesi industrializzati o in via di sviluppo), la numerosità del nucleo familiare e quindi la presenza di fratelli e sorelle, la convivenza con animali domestici, l’età gestazionale, le norme igieniche.
Vi sono però altri fattori su cui possiamo incidere più attivamente scegliendo comportamenti e abitudini di vita vantaggiosi, sia in epoca prenatale che dopo la nascita.

Uno stile di vita sano fin dal concepimento

Tutto inizia prima ancora che il bambino venga al mondo. La mamma tramanda al proprio figlio un corredo di germi durante la vita fetale e il parto. Avere, sin dal concepimento, uno stile di vita sano, evitare di assumere antibiotici se non necessari, seguire una dieta corretta e ridurre le fonti di stress aiuterà a trasmettere un microbiota favorevole. Una buona funzione intestinale della madre è premessa importante per un intestino sano del bambino.
Durante il parto naturale, i neonati entrano in contatto diretto con il microbiota materno, vaginale e fecale, dal quale vengono contaminati. Questo rappresenta quindi un’ottima occasione per acquisire batteri utili e vantaggiosi.
Al contrario, i nati da taglio cesareo vengono colonizzati da microrganismi presenti sulla cute materna, del personale sanitario e dall’ambiente ospedaliero. Questi bambini hanno meno batteri intestinali e meno diversificati, con la presenza di generi diversi da quelli nati con parto vaginale. Gli studi ipotizzano che questo possa spiegare l’associazione dimostrata tra parto cesareo e un aumentato rischio di disturbi immunitari e metabolici come allergie, asma, diabete di tipo 1 e obesità.

Se il bambino nasce da taglio cesareo

Se un bambino è nato da taglio cesareo, la natura offre comunque un’altra occasione per favorire la sua salute: il latte materno. La nutrizione è infatti in grado di selezionare alcune specie di batteri rispetto ad altre.
Le differenze nella composizione microbica intestinale tra neonati allattati al seno e allattati con latte artificiale sono ben documentate. Il latte materno fornisce numerose molecole bioattive, agenti antimicrobici e sostanze nutritive per il microbiota intestinale, tra cui gli oligosaccaridi presenti nel latte materno (HMO). Questi zuccheri svolgono un effetto prebiotico: giunti nel colon, favoriscono la crescita e la funzione di microbi benefici, come i bifidobatteri, la cui abbondanza nei primi anni di vita stimola la maturazione del sistema immunitario riducendo l’incidenza di infezioni, prevenendo le malattie allergiche, il rischio di obesità, di diabete e di malattie infiammatorie intestinali. Inoltre, al contrario di quanto si pensava, il latte materno non è sterile, ma contiene anch’esso un suo specifico microbiota, il MOM (Milk Oriented Microbiota), in grado di influenzare la salute del neonato.

Lo svezzamento e l’introduzione di nuovi alimenti

Man mano che il neonato cresce, acquisisce una varietà sempre più ampia di microbi dall’ambiente in cui vive, creando un ecosistema unico all’interno del suo tratto gastrointestinale. Gli studi evidenziano che limitare l’esposizione dei bambini ai microbi con un eccesso di igiene e l’uso eccessivo di antibiotici possa contribuire ad aumentare la suscettibilità ai disturbi allergici e alle malattie infiammatorie intestinali, nell’età adulta. Un’esposizione precoce del microbiota è quindi fondamentale per lo sviluppo di un normale sistema immunitario.
La fase dello svezzamento rappresenta un altro momento critico: l’introduzione degli alimenti espone il bambino a nuove molecole che, arrivate nell’intestino, stimolano la maturazione del sistema immunitario. Questo processo, se condotto attraverso l’introduzione di una varietà di alimenti, attiva i meccanismi in grado di indurre la tolleranza grazie al dialogo tra microbiota e sistema immunitario.
La dieta mediterranea, basata sul consumo prevalente di alimenti vegetali, cereali, legumi, olio extravergine di oliva e sull’uso limitato di prodotti animali favorisce lo sviluppo di batteri utili al nostro intestino e rappresenta, secondo moltissimi studi, il modello ideale di una dieta salutare universalmente valida per tutte le età.
L’introduzione precoce di alimenti diversi dal latte o un’alimentazione sbilanciata può alterare la composizione del microbiota intestinale e la sua funzione di barriera, portando a una riduzione precoce dei batteri tipici del microbiota infantile, come i bifidobatteri, e un aumento di quelli caratteristi dell’adulto. Questa maturazione anticipata è segno di un intestino meno sano e aumenta il rischio di sviluppare eczema e disturbi gastro-intestinali nel breve e lungo termine e l’insorgenza di patologie croniche come allergia, asma, malattie infiammatorie intestinali e disturbi metabolici.
Man mano che la dieta si fa più varia e diversificata, al raggiungimento dei 3 anni circa, si assiste a un notevole aumento del numero di batteri che porta la composizione del microbiota intestinale ad assomigliare a quella dell’adulto; durante il corso della vita potrà tuttavia subire delle modifiche in seguito al tipo di alimentazione, a eventuali malattie o all’assunzione di farmaci.

Intestino e cervello in comunicazione

Il microbiota non comunica solo con il sistema immunitario, ma “parla” anche con il sistema nervoso. Intestino e cervello si scambiano informazioni continuamente attraverso segnali immunitari, endocrini e neurali che costituiscono l’asse microbiota-intestino-cervello. Il microbiota può così modulare la funzione e lo sviluppo del cervello e, al contrario, il cervello può influenzare il tratto gastrointestinale.
Se pensiamo che la colonizzazione microbica dell’intestino del bambino coincide con i periodi chiave del neurosviluppo, non è difficile credere come eventuali fattori critici possano alterare la costituzione del microbiota e il dialogo tra questi due organi aumentando, sia in età pediatrica che nelle età successive, il rischio di disturbi neurologici e psichiatrici (autismo, ADHD, disturbi dell’umore, malattie neurodegenerative).
I comportamenti e gli stili di vita che adottiamo per noi e per i nostri bambini durante i primi mille giorni sono quindi fondamentali per “crescere” un intestino sano, quindi un bambino sano. Dobbiamo cercare di sfruttare queste occasioni in quanto uniche e in grado di influenzare il nostro stato di salute, nell’infanzia e nelle età successive.


di Vera Gandini
Pediatra, esperta in omeopatia, su www.veragandini.it promuove la cura integrata come strumento per prevenire le malattie e raggiungere la salute intesa come benessere psicofisico.

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