Diventare mamma comporta una trasformazione necessaria: perdere se stesse per iniziare una nuova vita insieme. Jessie Harrold racconta, attraverso la sua esperienza, la necessità di perdere se stesse dopo la nascita del proprio bambino. Abbiamo tradotto per voi le sue riflessioni, che potete trovare in lingua originale sul sito The Green Parent.
La ricerca della “vecchia” normalità
“Non ho intenzione di lasciare che la maternità cambi chi sono” ricordo di aver detto con involontario autocompiacimento, con una mano che fluttuava sopra il mio splendido pancione. Era il mio primo figlio, mi sentivo bellissima e potente, le nausee mattutine erano solo una limitazione temporanea alla mia vita di fervente triatleta e surfista.
In qualche modo, ero certa di avere la chiave per il successo, un misterioso miscuglio di ambizione, un partner che mi sostenesse e una grande carriera con i bambini: non avrei perso me stessa nella maternità. Ero un’ostetrica, avevo assistito altre donne durante il parto per quattro anni. Sapevo come sarebbe stato, avevo visto con i miei occhi la cruda realtà del primo periodo subito dopo il parto: molte di noi hanno un congedo di maternità e condizioni di assistenza dei bambini tutt’altro che idilliache. Sentiamo storie di mamme celebri che vanno in palestra per tornare in forma come prima della gravidanza, parliamo di batterci per trovare una “nuova normalità”, che per molte di noi assomiglia molto alla vecchia normalità. Segretamente, o forse non troppo, applaudiamo le donne che serpeggiano al mercato agricolo con un bambino che sembra debba ancora muovere i primi passi. Le donne che ammettono di perdersi nella maternità sono diventate bersaglio di sguardi impietositi, di coach che vogliono semplificare la loro vita o meme motivazionali su Pinterest.
Ai miei occhi, è come se la nostra cultura ci stesse dicendo che essere madre è uno dei ruoli meno apprezzati che una donna possa ricoprire nella nostra società, e che deve essere negato a ogni costo. Di certo non dovrebbe definire una donna. Vero?
Un nuovo cammino
In quando ostetrica, negli ultimi undici anni ho visto la verità dietro le quinte delle vite di così tante neo-mamme, che voglio avvertirvi: sono spesso le donne che sembrano ricominciare esattamente da dove avevano lasciato prima della gravidanza, che segretamente faticano di più. Così, spesso, vanno avanti nonostante siano esauste, combattendo le richieste dei figli di essere allattati al seno, e aggrappandosi disperatamente ai comportamenti che avevano prima della gravidanza.
E lo capisco, perché facevo così anch’io. Ora, sette anni più tardi e con un altro bambino in braccio, posso dirlo? La maternità vi cambierà, vi ci perderete. Prima che iniziate a respirare in un sacchetto, lasciatemi anche dire che è così che deve essere.
Creare da capo un nuovo essere umano con il vostro corpo, partorirlo, nutrirlo col latte del vostro seno ogni due o tre ore, tutto il giorno, sapere che questa creaturina avrà bisogno di voi in modo primordiale per i prossimi diciotto anni circa, vi cambia. Perderete voi stesse nella maternità, e anche se ora vi sembra terrificante, lasciate che vi dica quello di cui ci dimentichiamo sempre: troverete qualcuno di completamente nuovo. Incontrerete una donna il cui corpo ha compiuto un miracolo quotidiano. E incontrerete il paradosso di essere consapevoli di questo, sapendo anche che il vostro corpo sia stato reso socialmente meno accettabile nel processo, e troverete il modo di rispettare la pelle in cui vivete più profondamente di quanto non abbiate mai fatto prima.
Trovare l’intuizione
Scoprirete l’empatia che provate per vostro figlio, e forse anche per il mondo, e vi toglierà il respiro. Scoprirete di avere un istinto, una conoscenza innata per quanto riguarda vostro figlio (e magari anche per altre cose) che vi guiderà come una bussola, situata da qualche parte all’interno del vostro cuore espanso di recente.
Troverete un gruppo di donne che vi capiscono, i cui chignon spettinati e i pavimenti coperti di Lego assomigliano parecchio ai vostri, troverete sorrisi e sguardi d’intesa a placare ogni crisi in un supermercato. Potreste trovarvi ad apprezzare vostra madre in modo nuovo, e così le madri prima di lei.
Troverete un modo per rallentare. Mentre vi prenderete cura di vostro figlio, scoprirete che i vostri bisogni si sono ridotti alle basi: dormire, bere, mangiare, e da capo. Tutto il resto svanirà, perché spesso è così che deve essere, e ciò che potreste trovare oltre tutto questo è la libertà. Potreste scoprire di avere una nuova serie di priorità nella vostra vita, e scartare accuratamente la carriera, le persone o gli hobby che non sembrano essere degni del vostro tempo e attenzione, ora più diviso. Potreste, ma prima avrete bisogno di perdervi nella maternità. Dovrete arrendervi a ciò che la maternità deve mostrarvi.
Il post parto
Cosa serve a una neomamma
Pensare in anticipo al periodo dopo la nascita, individuando i bisogni della neomamma e gli strumenti e le strategie per sostenerla.
Arrendersi totalmente
Quanto a me? Non mi interessa più molto di competere nel triathlon e, dopo sette anni di maternità, sto contemplando l’idea di surfare di nuovo. Mi faccio la doccia quasi tutti i giorni e bevo il caffè caldo, non riscaldato, e non lo butto giù freddo recitando il mantra delle mamme “No davvero, è come un caffè freddo! Buonissimo!”
Per arrivare a questo punto mi ci è voluto molto, molto più tempo di quanto sia a mio agio ad ammettere, fidatevi. Ma ho anche lasciato il lavoro che odiavo e ho aperto un’attività. Ho ricominciato a scrivere poesie. Ho scoperto un senso profondo di legittimazione e comfort nel lasciar perdere le parti di me che la maternità ha reso irrilevanti, impossibili, o per lo meno non una priorità al momento.
Ho iniziato confidare nel fatto che le parti di me che ero destinata a reclamare dopo essere diventata una madre, alla fine sarebbero tornate a far parte della mia vita con una forza che definirei quasi gravitazionale. Anche se non accade con i tempi che mi ero immaginata. Non succede mai. E ho scoperto di provare una devozione per la donna che sono diventata da quando ho portato nel mondo questi due piccoli esseri umani: una devozione per me stessa, per tutte le madri e per le madri prima di me.
Quindi, mamma, se ti senti persa nella maternità, lascia che ti ricordi: va bene così. Stai bene, è normale; è giusto che tu ti senta una persona diversa. Ti senti persa, per ora, e trovare il cammino verso chi sei come madre richiederà tempo, e sarà scomodo, sgradevole. Scoprire la donna che sei diventata è come seguire le tracce di un animale selvatico nei boschi: cammina piano, ascolta attentamente e sii paziente. La donna nuova di zecca e potente che sei diventata ti sta aspettando.
Suggerimenti per il tuo diario di bordo
Prenditi del tempo per prendere in considerazione le seguenti idee e scrivi per cinque minuti qualcosa su ogni argomento, in completa libertà.
Respiro – Quando i tuoi figli erano neonati ti svegliavi di notte per ascoltare il loro respiro? Forse lo fai adesso. Cosa diresti a quella madre mentre ascolta il respiro al buio?
Scelta – Quale scelta stai rimandando nella tua vita? Cosa hai paura di perdere se facessi quella scelta?
Partecipazione – Ci sono attività o persone con cui ti impegni che scaricano le tue energie? Cosa hai bisogno di lasciare andare?
Onestà – Man mano che cresciamo diventiamo più onesti riguardo le nostre esperienze, in particolar modo quelle dolorose. C’è una storia su cui puoi iniziare a essere più onesta, a questo punto della tua vita, che è stata messa in ombra o su cui hai sorvolato in passato?
Relax – Quale modello di relax stai proponendo ai tuoi figli? Vuoi che seguano il tuo esempio crescendo?
Pulizia mentale – Cosa leggi, guardi o di cosa parli che è pura spazzatura mentale? Per esempio, leggere di problemi che non hai, rispondere a persone che non vuoi sentire, guardare cose che ti stressano anziché rigenerarti. Cosa puoi fare per riprenderti quello spazio mentale?
Ritmo – Quali ritmi sono attualmente presenti nella tua vita? Cosa funziona bene? C’è qualche parte dei tuoi ritmi che non è sana o che ti piacerebbe cambiare?
Ispirazione – Cosa ti ha ispirato in passato, prima che diventassi madre? Queste cose ti ispirano ancora? E se sì, vorresti aggiungerne altre nella tua vita?
Gioco – Pensa al ricordo d’infanzia più chiaro e felice che hai, che sia mentre stavi giocando, con un amico o un giocattolo. Come puoi portare il gioco nella tua vita?
Smettere – Cosa hai smesso di fare senza volerlo? Hai bisogno di ricominciare a farlo o è meglio lasciar perdere e andare avanti?
Regali – Qual è il regalo più bello che hai mai ricevuto?
Amore – Fai una lista di 10 cose che ti fanno sentire amata, poi 10 cose che fanno sentire amata la tua famiglia.
Risate – Quando è stata l’ultima volta che hai riso fino alle lacrime? Cosa ti fa ridere in quel modo?
Jesse è una madre, scrittrice, mentore e ostetrica. È la fondatrice di MotherSHIFT e autrice del libro omonimo che uscirà a breve. Quando non scrive o accoglie neonati, potete trovare Jessie mentre toglie con molta passione la crosta dai panini al tonno.
Dalla rivista The Green Parent
Traduzione di Francesca Fornero
Revisione di Paola Tinto