L’empatia è una competenza fondamentale che permette di relazionarsi in modo efficace, ma per svilupparla è necessario acquisire consapevolezza delle proprie emozioni, partendo dal comprendere cosa sono e come si esprimono e arrivando a capire in che modo prendersene cura. Educare a riconoscere le emozioni è importante fin dall’infanzia e ci sono molti modi in cui potete aiutare i vostri bambini a farlo: ce ne parla Giuditta Mastrototaro, pedagogista ed esperta nelle relazioni educative.
L’empatia è una necessità
L’empatia ci dà un superpotere: quello di saper leggere noi stessi e gli altri. Ogni bambino ha bisogno di questa fondamentale competenza perché necessita di relazionarsi efficacemente, sia quando è apprezzato che quando è preso in giro. Ha bisogno, inoltre, di trovare una modalità personale di giocare, cooperare, collaborare e progettare che lo faccia sentire bene.
Daniel Siegel, professore di psicologia, afferma: «L’empatia non è un lusso per gli esseri umani, è una necessità. Non sopravviviamo perché abbiamo degli artigli, perché abbiamo grosse zanne. Sopravviviamo perché siamo in grado di comunicare e di collaborare».
Se desiderate che i vostri figli crescano con empatia è importante imparare a conoscere meglio il mondo delle emozioni.
Come si esprimono le emozioni?
Le emozioni vengono espresse inizialmente attraverso segnali corporei: brividi, mani che si chiudono a pugno, gambe molli, una sensazione allo stomaco, la mascella che si irrigidisce.
In seguito si manifestano con diverse azioni, come correre, saltare, abbracciare, urlare, piangere, spingere, lanciare, sbattere e picchiare.
Cos’è il sentimento?
«Non ci vedo più dalla rabbia»: si dice che l’emozione è cieca perché non passa dalla consapevolezza, al contrario del sentimento che, invece, è un’emozione rielaborata e quindi più conscia.
Il primo passo da fare quando siamo in preda all’emozione è fermarci e dare un significato a quello che proviamo: da che cosa è stimolata quell’emozione? È collegata alla nostra storia? In che modo? Ha un nome?
L’importanza della consapevolezza emotiva fin dall’infanzia
Ognuno, fin da piccolo, sviluppa un temperamento verso il quale è proteso. L’ambiente ha una grande responsabilità nel favorire o ostacolare certe naturali inclinazioni. Se un bambino è esposto a un ambiente in cui percepisce spesso preoccupazione, tristezza o nervosismo, è molto più facile che ne assorbirà una buona parte dentro di sé. È come se, senza accorgersene, osservasse il mondo attraverso degli occhiali che filtrano la realtà.
Per questa ragione parlare di emozioni e sentimenti con i bambini è molto importante: è utile, per esempio, leggere insieme a loro le espressioni del viso. Questa attività si può fare fin da quando sono piccoli attraverso libretti, riviste e anche giochi multimediali. Quando sono più grandicelli, a scuola o in un piccolo gruppo, potrebbe essere utile creare delle situazioni di problem solving, per esempio chiedendo: «Se c’è un bambino che viene preso in giro dai compagni, che cosa si può fare?». In un primo momento ognuno riflette individualmente, poi ci si può confrontare tutti insieme con la medazione di un adulto.
Empatizzare con i propri sentimenti e quelli dell’altro, e conoscere più possibilità di scelta di comportamento invece che reagire sempre allo stesso modo, apre un mondo di possibilità inesplorate. I bambini hanno un gran bisogno di imparare a gestire gli ambiti sociali perché spesso si ritrovano alle prese con queste problematiche.
Le emozioni sono degli importanti segnali che ci parlano di noi e di come ci sentiamo di fronte a certe situazioni. La loro rielaborazione ci porta a farci delle domande: «Mi sento felice, in pace, irritata o in agitazione? Di cosa ho bisogno per sentirmi meglio?». Porci queste domande aiuta a rielaborare le emozioni che chiedono di essere ascoltate e prese in considerazione.
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Cosa succede se non ci prendiamo cura delle emozioni?
Viviamo sulle montagne russe e questo è destabilizzante non solo per i bambini, ma anche per i grandi. Nessun bambino vuole sentirsi travolto dalle emozioni, eppure ciò accade perché non è ancora in grado di gestirle. Noi adulti siamo chiamati a stare con le emozioni dei nostri figli cosicché i piccoli possano dar loro un senso, e non sentirsi soli con la loro frustrazione. Se non prendiamo sul serio le emozioni, inevitabilmente arriveranno i messaggi corporei: mal di pancia, agitazione, irrequietezza, esplosioni di rabbia. E i genitori potrebbero persino pensare che si tratti di capricci.
Le relazioni sono biunivoche: quando i nostri figli stanno facendo fatica a gestire le loro emozioni, è possibile che anche noi adulti siamo in difficoltà. Quando le reazioni dei nostri figli ci irritano tanto da suscitare una reazione a nostra volta, abbiamo bisogno di ascoltarci: quello che stiamo vivendo è collegato in qualche modo al nostro passato? Oppure il bambino ha delle convinzioni opposte alle nostre?
Se siamo presi dalla rabbia, potremmo ritrovarci a minacciare, punire o urlare. È tempo di essere consapevoli dell’importanza di rinunciare a relazioni fondate sulla paura e scegliere di basarle sul rispetto reciproco e sull’empatia.
Ecco allora che possiamo passare da: «Te lo insegno io!» a «Tu come la vedi?». In questo modo i genitori hanno la possibilità di mantenere la connessione con i loro figli e arricchirsi del loro punto di vista. Ciò non vuol dire essere sempre d’accordo con i bambini, bensì significa instaurare con loro un dialogo costruttivo ed educarli alla problematizzazione e alla riflessione, che favoriscono un pensiero divergente, invece di considerarli come teste vuote da colonizzare.
L’empatia si può coltivare in ognuno di noi, è qualcosa che può rendere le relazioni più belle.
di Giuditta Mastrototaro
Pedagogista ed esperta nelle relazioni educative, curatrice del sito Pedagogia basata sull’empatia.
Bibliografia
J. Bowlby, Una base sicura, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1989
T. Gordon, Genitori efficaci. Educare figli responsabili, La meridiana, Molfetta (BA), 1997
D. Goleman, Intelligenza emotiva. Cos’è e perché può renderci felici, Bur, Milano, 1997
G. Mastrototaro, Nascere e crescere alla luce dell’educazione empatica, StreetLib, Milano, 2015
D. J. Siegel e T. P. Bryson, 12 strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2012