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Papà, mi leggi?

Nati per Leggere al maschile: perché è importante promuovere la lettura precoce da parte dei padri.

ALESSANDRO VOLTA sarà ospite questo venerdì 15 novembre alla Biblioteca Civica Archimede di Settimo Torinese, per partecipare al convegno del Festival “Mi fai una storia?” – Edizione 2024.

La lettura precoce da parte dei padri facilita una relazione responsiva, contribuisce allo sviluppo del bambino e alla sua attitudine alla lettura, in particolar modo nei maschi.

Cosa dicono i dati?

In Italia le bambine e ragazze fra gli 11 e i 19 anni leggono più dei maschi. La differenza arriva a 25 punti a 15 anni secondo l’indagine internazionale PISA (Programme for International Student Assessment) per il 2018. Il fenomeno è globale, sia pure con differenze tra un Paese e l’altro (la differenza media dei Paesi OCSE è di 30 punti). La nostra ipotesi è che le cause vadano cercate in quello che succede nel periodo 0-6 anni, e che dipendano da chi legge (padri e/o madri) a chi (ai figli maschi e/o le figlie femmine) e a quale età.

Le indagini in Italia e all’estero

Non vi è ragione di ritenere che la situazione italiana sia diversa da quella di altri Paesi, dove le statistiche sono invece disponibilii e in cui sono stati condotti specifici studi. L’indagine Ipsos Mori condotta Nel Regno Unito per conto del Book Trust rileva che quando il bambino ha meno di un anno leggono tutti i giorni al bambino il 29% dei padri contro il 42% delle madri; a cinque anni, il 60% contro il 75% (dati 2015).

La lettura è un’attività femminile?

Diversi studi, riportati nelle rassegne sistematiche condotte da Clark e Duursma, e successivamente anche da altri Autori, attestano come nella società la lettura tenda a essere percepita come un’attività tipicamente femminile. Poiché i bambini apprendono per imitazione del comportamento adulto, non sorprende che vi sia una correlazione fra le abitudini di lettura di bambini e ragazzi (maschi e femmine) e il comportamento nella lettura (ai figli e per conto proprio) della madre e del padre. Ovvero se, come abbiamo visto, anche i maschi adulti leggono meno per loro stessi, il modello tende a trasmettersi ai figli.
Le diversità di genere nella lettura sono accentuate dal fatto che la grande maggioranza del personale dei nidi e delle scuole di infanzia che legge e prepara i bambini alla lettura sono donne.

I padri leggono di più dei maschi?

Altre ricerche indicano che i padri leggono più frequentemente alle femmine rispetto ai maschi. E alcuni racconti di genitori del programma FRED, riferiti dai coordinatori dello stesso programma, parlano di bambini maschi che sarebbero meno attenti quando si legge loro, più impazienti e mobili fisicamente rispetto alle femmine.
Dunque i maschi finirebbero, già in età prescolare, per beneficiare meno della lettura da parte dei genitori, uomo o donna che sia. Questa diversità potrebbe derivare da comportamenti indotti da diverse modalità di relazionarsi con i maschi e le femmine da parte dei due genitori: i padri in modo più intimo e verbale e più attento alle emozioni con le figlie femmine rispetto ai maschi, con i quali l’interazione è invece più fisica e motoria, con un linguaggio più orientato alla prestazione. La tendenza da parte dei padri a delegare il compito di leggere alle madri è anche dovuto all’identificazione della mamma come la principale caregiver e al senso di non esserne capaci; e non dipende dalla scarsità di tempo dei padri per stare con i figli, perché per la lettura bastano pochi minuti al giorno per ottenere un effetto positivo e duraturo.

Alcune ricerche rilevano uno “stile di lettura” diverso fra padri e madri: le madri sarebbero più orientate a stimolare la comprensione del testo, ma anche più inclini a parlare di emozioni; i padri invece userebbero un linguaggio più complesso, prendendo spunto dal libro anche per fare riferimenti alla realtà esterna.

Ma qual è l’effetto sul padre che legge? Ne parla una (rara) ricerca qualitativa condotta in Italia che mette in evidenza come per i padri la lettura dialogica con i piccoli arricchisca la relazione e metta in gioco le emozioni di entrambi, in un modo insolito per molti uomini abituati come maschi a contenere l’espressione delle emozioni.

La lettura ad alta voce: un’attività senza genere

È molto importante che sia i padri nonni che le madri/nonne leggano, affinché la lettura non venga connotata come attività esclusivamente o prevalentemente femminile. È evidente che il comportamento della madre e del padre verso i figli maschi e le figlie femmine sono il prodotto di influenze sociali complesse, di cui si è largamente in-consapevoli.

Correggere le disparità di genere (chi legge e a chi), anche in questa attività cosi rilevante per lo sviluppo del bambino e la relazione con lui/lei, è un passo importante per promuovere comportamenti più paritetici e con minori stereotipi di genere, limitando così le diseguaglianze fra i sessi e i conseguenti danni di natura economica, sociale e culturale.

Da un’intevista di ANNINA LUBBOCK e ALESSANDRO VOLTA per la rivista Medico e Bambino.

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