In questa rubrica spesso ci troveremo a parlare dei prematuri definiti Late Preterm, ovvero nati tra la 34^ settimana di gravidanza e la 37^.
È una categoria di nati pretermine sempre più in aumento.
È però errato considerare un problema attuale quello della nascita durante l’ottavo mese di gravidanza: fin dall’antichità la sopravvivenza del bambino nato tra la 34^ e la 37^ settimana di gestazione poneva dei quesiti. Ippocrate sosteneva che l’ottavo mese di gravidanza era cruciale per lo sviluppo del bambino e che comportava una sofferenza intrauterina che, se associata ad una sofferenza per un eccessivo sforzo durante il parto, poteva essergli fatale.
Ai giorni nostri i late preterm sono notevolmente incrementati dopo l’introduzione della fecondazione assistita. L’induzione e il cesareo elettivo hanno ulteriormente amplificato il fenomeno: un’induzione o un cesareo fissato alla 38^ settimana, se a monte hanno un calcolo impreciso della settimana di gestazione, possono provocare la nascita di un bambino prematuro.
Sicuramente questi neonati presentano meno problematiche di un grande prematuro, ma sarebbe sbagliato sottovalutare la questione come talvolta accade. Alcuni pensano infatti che tra nascere a 36 settimane e a 38 non ci siano grandi differenze, ma questo pensiero è assolutamente scorretto, se non addirittura dannoso.
Il bambino Late Preterm, rispetto ad un neonato a termine, presenta maggiori rischi di complicazioni a livello metabolico, respiratorio, infettivo e neurologico: è fisiologicamente immaturo e non pronto per affrontare la vita extrauterina.
Le ultime settimane di gravidanza, infatti, lungi dal prevedere solo un aumento ponderale del bambino, fanno in modo che si completi lo sviluppo cerebrale, quello polmonare ed epatico.
Evitando di ricorrere precocemente a interventi quali cesarei elettivi o induzioni quando non strettamente necessari, se non per gravi rischi di salute della mamma e del bambino, si porrebbe un freno all’aumento indiscriminato e assurdo di nascite premature altrimenti evitabili.
Alessia Motta e Raffaella Doni