Il periodo durante il quale il bambino passa dall’allattamento esclusivo a una dieta costituita anche da cibi solidi è comunemente conosciuto come svezzamento infantile.
Questo termine, però, da un punto di vista etimologico, non è corretto: significa infatti “togliere il vizio”, dove per “vizio” si sottintende l’assunzione del latte. In realtà, con lo svezzamento del neonato l’allattamento non viene assolutamente abbandonato: all’alimentazione lattea, ancora eccellente, si integreranno gradualmente alimenti vari, secondo la scelta e i gusti del bambino, seguendo quello che potrebbe essere uno svezzamento naturale.
È normale, infatti, che a un certo punto siano necessari alimenti diversi dal latte per soddisfare le esigenze nutrizionali dei piccoli, proprio come accade a tutti gli altri mammiferi che passano da un’alimentazione interamente a base di latte a mangiare quello che mangiano gli adulti della propria specie. Si parla quindi di alimentazione complementare perché i cibi dati durante lo svezzamento ai bambini dovrebbero rendere complete le sostanze fornite dal latte materno o formulato.
In questo articolo facciamo chiarezza su quando iniziare lo svezzamento del bebè, se ci sono regole per lo svezzamento dei neonati e su quali alimenti proporre per cominciare.
Come iniziare lo svezzamento: a quanti mesi inizio?
A che mese inizia lo svezzamento? Come si inizia lo svezzamento? Con cosa iniziare lo svezzamento?
Quante domande e quante preoccupazioni spesso gravitano intorno all’alimentazione dei bambini.
Se vi state chiedendo a quanti mesi inizia lo svezzamento, la risposta è che non c’è una data precisa poiché l’introduzione di alimenti solidi non è un atto puramente meccanico, fisiologico, automatico, ma deve necessariamente inserirsi in un contesto esperienziale, che prenda in considerazione non tanto l’età del bambino, quanto il suo sviluppo psichico e motorio, nonché il suo carattere e il tipo di famiglia alla quale appartiene.
Il primo svezzamento avviene di solito intorno ai 6 mesi, età in cui si riuniscono le varie competenze necessarie (intestinali, motorie, psichiche) affinché il bambino sia in grado di cominciare a sperimentare l’introduzione dei cibi solidi in tutta sicurezza. Naturalmente non sarà allo scoccare del sesto mese che ogni bambino sarà pronto per iniziare a conoscere i cibi solidi, qualcuno potrà esserlo poco prima, qualcun altro anche qualche mese dopo. Come sempre, la chiave vincente è osservare il bambino, sarà lui stesso a segnalarvi che è pronto. In che modo? Mostrandosi interessato e curioso verso il cibo e verso i gesti che i genitori compiono durante i pasti.
Vediamo quindi nel dettaglio quando e come iniziare lo svezzamento.
5 mesi
Nonostante l’OMS raccomandi l’allattamento al seno esclusivo per i primi 6 mesi di vita (esclusivo significa senza aggiunta di acqua, tisane, bevande o solidi, a eccezione di prodotti vitaminici, minerali o medicine eventualmente necessari), in alcuni casi potrebbe essere necessario sapere come iniziare lo svezzamento a 5 mesi.
Al fine, per esempio, di scongiurare una condizione di anemia, l’EFSA indica che potrebbe essere necessaria un’introduzione prima dei 6 mesi di alimenti che siano fonte di ferro nei lattanti a rischio di carenza di ferro: nati prematuri, nati piccoli per l’età gestazionale o con una rapida velocità di crescita, allattati da madri con basse riserve di ferro o in caso di precoce clampaggio del cordone ombelicale (cioè a meno di un 1 minuto dalla nascita).
In alternativa, nelle categorie a rischio di carenza, è possibile attuare una supplementazione di ferro piuttosto che anticipare il divezzamento. Sarà il pediatra di fiducia, che conosce la storia del bambino e della gravidanza, a guidarvi nella scelta migliore.
Perciò, se volete sapere come svezzare un neonato di 5 mesi, assicuratevi prima di tutto che sia assolutamente inevitabile. Perché un lattante sia pronto a consumare alimenti diversi dal latte è fondamentale che abbia un apparato digerente sufficientemente maturo per digerire amido, proteine e grassi contenuti nella dieta e che abbia raggiunto lo sviluppo neurologico necessario.
Alcuni bambini progrediscono più rapidamente nel camminare o nel parlare, e altri più lentamente; lo stesso avviene anche per la funzione alimentare. Ciò dipende da molti fattori tra cui il carattere del bambino, le esperienze offerte, l’ambiente sociale, la sensibilità agli stimoli sensoriali. Ricordatevi che le cose non avvengono a caso: il lattante, verso i 4-5 mesi, inizia a portare tutto alla bocca, mani e oggetti. Aprendo e chiudendo le labbra, leccando e succhiando, fa esperienze che preparano la bocca ad accettare le sensazioni con cui verrà bombardato con lo svezzamento: consistenze alimentari, temperature e gusti nuovi.
6 mesi
Iniziare lo svezzamento a 6 mesi dovrebbe essere quindi, più o meno, la “norma”.
Dal punto di vista motorio, i lattanti cominciano a star seduti senza sostegno, a coordinare mani e occhi per afferrare il cibo e portarlo alla bocca, perdono il riflesso di estrusione della lingua e riescono a usarla, insieme al labbro superiore, per far restare il cibo in bocca (anche se dato con il cucchiaio) e sviluppano la capacità di masticare (anche senza denti) e ingerire in sicurezza cibi solidi e in maggiore quantità.
Dal punto di vista psichico, gli aspetti emotivi, cognitivi, psicologici e relazionali, hanno raggiunto una maturazione sufficiente da permettere di ricercare esperienze gratificanti. Intorno ai 6 mesi, infatti, il bambino è estremamente attratto all’ambiente circostante: osserva tutto, tutto lo interessa ed è in grado di seguire i movimenti con lo sguardo, vuole imitare e sperimentare ciò che vede fare, soprattutto da mamma e papà. Il piccolo, che fino a quel momento non ha assunto altro alimento che il latte, non può certo desiderare ciò che non conosce; ciò che invece lo stimola è quello che vede fare ai suoi genitori su un tavolo così interessante.
Se vi state chiedendo come iniziare lo svezzamento a 6 mesi, un buon modo è far sedere vostro figlio a tavola con voi e allungargli qualche cucchiaio: il bambino, inizialmente, non sarà ancora consapevole di mangiare cibo solido e lo metterà in bocca solo per conoscerlo; in un secondo momento potrà riconoscere quei sapori che già nella pancia della mamma ha avuto la possibilità di assaggiare e, se ha assunto latte materno, quegli stessi gusti che hanno continuato ad accompagnarlo fino a quel momento.
Svezzamento: un affare di famiglia
A mangiare bene si impara da piccoli
Mamma e papà, attraverso scelte consapevoli, hanno l’opportunità di condizionare le abitudini alimentari dei loro figli, abitudini che tendono a persistere da adulti.
Un libro per riflettere (anche) su quello che portiamo in tavola e migliorare il modello nutrizionale di tutta la famiglia.
Svezzare un neonato: cosa dare per una corretta alimentazione
Chiedersi come fare lo svezzamento è quindi normale, domandarsi come procedere, cosa dare, cosa proporre, dove reperire ricette svezzamento sane e gustose, perché sapere come svezzare un bambino diventa fondamentale per il suo sano sviluppo. Questa fase rappresenta un momento fondamentale se pensiamo che le abitudini acquisite a tavola nei primi anni di vita tendono a persistere negli anni successivi. Inoltre, le scelte nutrizionali non influiscono soltanto sulla crescita e sulla salute a breve termine, ma possono condizionare il benessere delle età successive.
Ecco qualche consiglio utile:
- Portare avanti l’allattamento al seno durante l’alimentazione complementare: il latte materno infatti, avendo una quantità di proteine inferiore rispetto al latte formulato, aiuta a ridurre l’apporto proteico.
- Proporre all’interno del pasto un’unica fonte proteica a rotazione tra pesce, carne, legumi, formaggio e uova.
- Evitare extra: il cucchiaio di formaggio grattugiato che spolveriamo spesso sulla pappa non fa che aggiungere un ulteriore apporto di proteine.
- No anche al pesce di fondale e di grossa taglia (pesce spada e tonno), perché a rischio di contaminanti ambientali.
- Privilegiare le carni bianche, consumando con moderazione carni rosse, processate e affettati.
- Alternare i cereali con glutine e quelli senza.
- Portare in tavola i legumi più volte alla settimana, come ci insegna la dieta mediterranea.
- Sin dalle prime esperienze, offrire ripetutamente una varietà di verdure, anche verdi e amare: è stato dimostrato che può favorire un apprezzamento per tali alimenti che persiste negli anni.
- Far sperimentare ai bambini consistenze e sapori nuovi, lasciandoci guidare dalla stagionalità per quanto riguarda frutta e verdura.
- Tenere a mente che attraverso scelte consapevoli possiamo migliorare la crescita, lo sviluppo e la salute metabolica, sia nell’infanzia che nell’età adulta.
Svezzamento infantile e massaggio infantile
Offrire cibo e offrire protezione, calore e relazione, sono intimamente interconnessi e imprescindibili per la crescita del bambino.
Lo svezzamento è un momento delicato perché rappresenta non solo un allontanamento fisico del corpo del neonato da quello della mamma, ma anche un processo di separazione mentale; in questa fase entrambi perdono l’intimità dell’allattamento esclusivo. È normale, quindi, che il bambino possa vivere emozioni contrastanti rendendosi conto che la mamma non è sempre disponibile. L’espressione di tali emozioni potrebbe assumere forme diverse: ricercare maggiormente il contatto con la mamma, richiedere più frequentemente il seno oppure morderlo (se la mamma allatta), aumentare i risvegli notturni. È importante accogliere questi comportamenti con pazienza e senza far sentire il bambino in colpa.
In questa fase, e soprattutto (ma non solo) con i bambini che non manifestano clamorosi entusiasmi di fronte alla prospettiva di sostituire e poi integrare il seno con il cibo solido, la pratica quotidiana del massaggio infantile rappresenta una leva di grandissima efficacia per il sostegno del legame tra madre e figlio che si sta evolvendo.
Il massaggio, infatti, ricreando nello spazio a esso dedicato un concentrato di sguardi, contatto, calore, vocalizzi, stimolazione neurosensoriale e soprattutto comunicazione ad altissima intensità, rappresenta una bellissima modalità per modulare i vissuti del bambino e quindi per rilassarlo, contenerlo, rassicurarlo e continuare a nutrirlo sul piano affettivo proprio nel momento in cui su quello strettamente funzionale della nutrizione fisica si affrontano i necessari cambiamenti evolutivi.
Se avete iniziato già nei primissimi mesi a massaggiare il piccolo, non abbandonate ma intensificate e mantenete viva la pratica nel periodo dello svezzamento; se, invece, per tante ragioni non l’avete fatto prima trovate in questo periodo una motivazione importante per iniziare.
Amore a fior di pelle
L’importanza del contatto nel primo anno di vita
Un libro per imparare a praticare il massaggio infantile al proprio bambino e scoprirne i tanti benefici a livello psichico e fisico.