Rebecca in “Disturbi del comportamento alimentare” racconta il mondo da quando è ancora nella pancia della mamma. Ha un po’ paura di nascere, ma quando finalmente viene alla luce è felice: ha una famiglia, degli amici, la passione per la danza, l’amore per i libri, e tanta, tantissima energia.
Fino a che i colori della sua vita cominciano a cambiare. Rebecca allora inizia a togliere: via la danza, via gli amici, sopratutto via il cibo. E più toglie più le sembra vada meglio, anche se i pasti in famiglia divetano insopportabili, anche se i medici le dicono che non va bene per niente e la ricoverano. In ospedale prima e in un centro per i disturbi del comportamento alimentare poi. Così Rebecca perde anni di adolesenza e lotta contro la malattia, che cambia e la accompagna e sembra proprio intenzionata a non volersene andare.
Unica alleata di Rebecca nel suo percorso tortuoso è la scrittura. Rebecca scrive, si chede “chi sono?” e fruga frettolosamente in uno dei mille cassetti disordinati e nascosti della memoria per rispondere a questa domanda.
Racconta episodi di una crudezza inimmaginabile, propone riflessioni profonde, scrive lettere a se stessa.
Rebecca è talmente stanca che sogna soltanto di fare un salto nel cielo blu, lei questo vuole. Poi, invece, sceglie di lottare. E questo libro rappresenta la sua, di lotta. La lotta contro i disturbi del comportamento alimentare.
Rebecca è talmente stanca che sogna soltanto di fare un salto nel cielo blu, lei questo vuole. Poi, invece, sceglie di lottare. E questo libro rappresenta la sua, di lotta.
La lotta contro i disturbi del comportamento alimentare. Un cammino difficile, ma anche una conquista di sé stessa, una riscoperta della forza che giaceva silente dentro di lei. La sua speranza è che la sua storia possa essere un faro per chi sta affrontando la stessa battaglia.
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